(da Ameglia Informa di dicembre 2021)

Questi sono i tre atti importanti su temi importanti che hanno contrassegnato l’inizio del XX secolo a Spezia (non ancora La Spezia) e ne segneranno il futuro; sono atti costituiti da documenti, grafici e immagini, originali di quell’epoca, contenuti in un unico “faldone” all’Archivio di Stato della Spezia, che costituiscono il supporto documentale di queste successive note:

  • Redazione del Piano regolatore per l’ampliamento della città nella pianura di Migliarina (approvato nel 1908);
  • Piano regolatore dei terreni degli eredi Contessa Virginia Oldoini ved. Verasis di Castiglione nella zona compresa tra il Castello di San Giorgio e la cinta fortificata le batterie Cappuccini e Molino a vento e la via del Torretto (in Consiglio Comunale nel 1910):
  • Disegno di Bilancio preventivo (redatto nel 1912) elenco e verifica dei  temi affrontati, di quanto era stato fatto e di quanto occorreva completare o realizzare ex novo per la città in espansione. # Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Autorizzazione n. 0000902 del 13.06.2016. Documenti di proprietà dell’Archivio di Stato della Spezia. Fondo Tribunale Civile e Penale SP.B.317/II F. 4

Il PRG del 1908

In seguito alla maturata decisione sulla necessità della espansione urbana oltre il colle dei Cappuccini nella piana di Migliarina, fu redatta una serie di “Piani Regolatori” succedutisi nel tempo: 1890 – 1892 – 1896 – 1904.

Nel 1904 si adotta il “pia-no regolatore per l’amplia-mento della città nella pianura di Migliarina”, corredato dal “regolamento per l’applicazione del contributo ai proprietari dei beni in esso piano ricompresi” e del “regolamento per la esecuzione del piano stesso” (ovve-ro: oneri e onori).

La vicenda fu piuttosto lunga e complessa.

La prima, nel 1890, piano approvato dal Consiglio Comunale ma respinto  dalla Giunta Provinciale Amministrativa nel 1891 poiché giudicato eccessivamente co-stoso. Viene modificato da parte del Comune nel 1892 ma la Provincia nel 1894 invita a revisionarlo ulteriormente per ridurne le dimensioni. Riedizione del piano nel 1896 riducendone l’esten-sione limitata fino al torrente Dorgia. Questa versione viene approvata dalla Provincia nello stesso anno, ma non ha seguito e rimane allo stato di semplice progetto.

Finalmente si produce il nuovo (e definitivo) piano, a-dottato nel 1904. Ne viene incaricato l’Ufficio Tecnico Municipale, è firmato dall’In-gegnere capo Antonio Farina  oltreché dal sindaco Giuseppe Falconi. Argomento aggiuntivo a sostegno: la necessità di regolare l’edifi-cazione che stava incominciando ad occupare la piana di Migliarina in modo disordinato.

Dalla relazione dell’ing. Farina emergono i principali elementi formativi del piano: la previsione di una viabilità larga e rettilinea a creare le maglie rettangolari di “lotti fabbricabili”, secondo la tipica organizzazione ottocentesca; la viabilità principale originata come prosecuzione del viale Umberto I° (ora viale Italia), oltreché di via Chiodo e di viale Mazzini per le quali si soggiunge: “queste due nuove strade potranno essere col tempo messe in comunicazione con quelle già esistenti a ponente del promontorio dei Cappuccini (ossia con la città esistente) mediante lo spianamento di questo oppure coll’apertura di gallerie sotto il promontorio stesso” a significare che la scelta era fatta (espansione e collegamento con la piana) ma non ancora decise le modalità operative (spianamento o galleria?).

Il reticolo così illustrato e disegnato trova elementi di raccordo con un’altra maglia viaria con direttrici di verde,  parallele e ortogonali all’altra “via militare” (ora viale San Bartolomeo).

Emergono gli altri temi prevalenti all’epoca, quali il “decoro, l’estetica e la salubrità”, si evidenziano quelle parti urbane da valorizzare ove sono prescritti i portici, si stabilisce l’ampiezza della viabilità prevista così come le piazze (motivate da estetica, igiene e comodità), l’orien-tazione delle case (anche in relazione ai venti dominanti…), la previsione di “slar-ghi” che “permetteranno la erezione di piccoli edifizi e chioschi per fermate di tramvie, cessi ed orinatoi pubblici, rivendite di giornali, colonne e quadri per pubblicità ecc.”. (Una bella panoramica dei fabbisogni e delle necessità dell’epoca…)

Interessanti alcuni semplici numeri del dimensionamento del piano.

La superficie totale prevista è di circa 128 ettari, per metà da occuparsi con strade e giardini e l’altra metà  destinate alla fabbricazione. Si stima una insediabilità  complessiva di cinquantamila nuovi abitanti citando a sostegno di questa massiccia espansione gli incrementi di popolazione avvenuti (dai 11.556 abitanti nel 1861 ai 68.071 abitanti nel 1902).

La relazione si conclude con un computo della “spesa presunta” occorrente per la esecuzione del nuovo piano, ove vengono quantificati gli oneri del Comune relativi ad acquisizione terreni e realizzazione di opere di urbanizzazione (₤ 7.311.75), alla quale si ipotizza di far fronte sia con i contributi sui terreni resi fabbricabili (₤ 2.125.550) che con gli stanziamenti nei bilanci comunali nei successivi anni (se ne chiedono 40…) come tempo necessario affinché l’aumento di popolazione “giunga al punto da abbisognare per intero dei caseggiati della nuova città nella piana di Migliarina….”

Una versione del  Piano Regolatore del 1904
 

Qui sopra sono indicati in nero gli edifici all’epoca esistenti (estrema propaggine ad oriente della città esistente). In basso a sinistra: il bagno Selene, il Politeama, la batteria dei Cappuccini (sul colle) e del Molino a Vento (sul mare), gli edifici ottocenteschi già realizzati, la vecchia via del Torretto e San Gottardo (poi eliminate, che tagliano in diagonale il futuro sedime di piazza Verdi  e dei palazzi del Governo, delle Poste e degli Studi).

Più in alto, la zona del Gazometro, l’Ospedale civile (già iniziato nel 1904), i caseggiati che sottolineano la via Lunigiana (che resisterà alla riconversione nei lotti rettangolari), pochi demolendi edifici nella restante parte della piana, un’unica ed estesa zona a verde in posizione baricentrica (intesa in modo più rappresentativo che funzionale), un limite fisico all’espansione rappresentato dal torrente Dorgia.

Il tema dei servizi pubblici è quasi del tutto assente. Comunque anche i futuri (quali?) edifici pubblici di vario tipo dovranno inserirsi e rispettare la maglia dei lotti prevista, mentre la normativa consentirà loro una flessibilità volumetrica rispetto a quelli destinati alla residenza. Nessun’altra problematica sembra essersi posta all’attenzione dei redattori di tale piano. (segue)

Qui sopra il raffronto tra un grafico del vecchio Piano e l’odierna configurazione della piana di Migliarina, per osservare che la maglia viaria è stata in una certa misura rispettata, non così per il tessuto edilizio che vi si è insediato, frutto dell’evolversi dei tempi e dei conseguenti atti di pianificazione (Piani Regolatori del 1933, 1961, 1987).

Piero Mazzoni – Architetto