(da Ameglia Informa di ottobre 2021)

Provincie liguri 1923-1927

Nel 1923 in Liguria esistevano due sole province: Genova e Imperia (quest’ultima istituita in quell’anno come fusione di Porto Maurizio e Oneglia). La provincia di Genova comprendeva 5 circondari (enti intermedi): Albenga, Savona (eretta a provincia nel 1927), Genova, Chiavari e Spezia (eretta a provincia nel 1923).

A sua volta il circondario di Spezia era suddiviso, in 4 mandamenti: Spezia, Sarzana, Sesta Godano e Levanto. 

Il mandamento era una ulteriore suddivisione amministrative intermedia, tra il Circondario e i Comuni, che svolgeva funzioni amministrative e giudiziarie.

Qui di seguito i 28 Comuni (allora) ricompresi nei 4 mandamenti del circondario spezzino.

Mandamento di Spezia (9 comuni): Spezia, Arcola, Beverino, Follo, Lerici, Portovenere, Riomaggiore, Riccò del Golfo, Vezzano Ligure

Mandamento di Sarzana (6 comuni): Sarzana, Ameglia, Bolano, Castelnuovo Magra, Ortonovo, S. Stefano Magra;

Mandamento di Sesta Godano (4 comuni): Sesta Godano, Brugnato, Carro, Zignago;

Mandamento di Levanto (9 comuni): Levanto, Bonassola, Borghetto Vara, Carrodano, Deiva Marina, Framura, Monterosso, Pignone, Vernazza.

Con Regio Decreto del 1923, a seguito del forte sviluppo in atto, Spezia viene innalzata a provincia con l’assegnazione in aggiunta di altri quattro comuni della val di Vara ovvero i comuni di Maissana e Varese Ligure sino ad allora ricompresi nel circondario di Chiavari e Calice al Cornoviglio e Rocchetta Vara ricompresi nel circondario di Massa, come evidenziati in planimetria, per un totale di 32 comuni. Configurazione così pervenuta sino ad oggi.

1Fino al 1928 il territorio comunale con le sue frazioni era il seguente.

Superficie complessiva  ha. 3.886.406

n. 10 Frazioni : Marinasco, Isola, Migliarina, Valdellora, Pegazzano, Biassa, Fabiano, Marola, Cadimare e Campiglia. Mancava tutta la parte di levante, a mare e collinare.

Frazioni della Spezia fino al 1928

2Dal 1928 con Regio Decreto del 1928 vengono accorpati al Comune di Spezia alcuni territori (tutti nella parte di levante) di Vezzano Ligure: S. Venerio, Carozzo, Limone, Melara e di Arcola: Pitelli, Termo di Arcola, Fossa Mastra, Pagliari, San Bartolomeo e Muggiano.

Nuova superficie comunale complessiva ha. 4.848.906 con un incremento del 25% rispetto alla situazione precedente.

3 – Sempre nel 1928 il Comune allarga la propria “Cinta Daziaria” includendovi Migliarina a monte e a mare (l’odierno Canaletto), La Chiappa e Pegazzano, ossia le frazioni all’epoca più popolose, motivando tale provvedimento con le “incombenti esigenze finanziarie dei piani regolatori di Migliarina e dei Cappuccini”.

Cinta daziaria della Spezia 1928

4 – Nel 1929 La Spezia viene eretta a Diocesi con le seguenti 18 parrocchie.

Nove parrocchie in città: S. Maria Assunta in cielo – S. Maria della Scorza – S. Maria della Neve – S. Giovanni Battista – S. Maria Ausiliatrice – S. Pietro Apostolo – S. Giovanni Battista a Migliarina – S. Michele Arcangelo – S. Bernardo

Nove parrocchie nei nuclei esterni: S. Bartolomeo in paese a Pitelli – S Rocco a S Venerio – S. Giacomo Apostolo a Isola – S. Stefano Protomartire a Marinasco – S. Martino a Biassa – S. Andrea a Fabiano – S, Vito a Marola – S. Maria del Pianto a Cadimare – S. Caterina a Campiglia

5 – Sempre nel 1929 viene emesso il bando per la progettazione della Cattedrale di Cristo Re che dovrà sorgere nell’area spianata del colle dei Cappuccini. Viene fornita la planimetria del piano regolatore dei Cappuccini con la localizzazione del futuro intervento (foto sotto).

Piano regolatore della località Cappuccini e adiacenze
Bozzetto della Cattedrale, non più realizzata
Progetto della Cattedrale non più realizzata con l’imprimatur di Mussolini

6Nel 1930 si decreta il cambio della denominazione da Spezia a La Spezia.

7Nel 1931, anno del Censimento, il Comune pubblica questa planimetria ove il territorio è suddiviso in 20 Zone Statistiche (antesignane degli attuali quartieri)

1 – Spezia (entro la cinta fortificata),

2 – Pegazzano 3 – Chiappa

4 – Migliarina         5 – Fabiano

6 – Marola 7 – Cadimare                                     

8 – Campiglia 9 – Biassa

10 – Marinasco 11 – Valdellora *

12 – Isola 13 – Felettino *

14 – Carozzo *  15 – San Venerio

16 – Limone – Melara *

17 – Termo di La Spezia *  

 18    – Pitelli

19 – Fossa Mastra – Pagliari

20 – Muggiano *       – S. Bartolomeo*

Quartieri della Spezia nel 1930

Non costituiscono Parrocchia ( * ) buona parte delle zone cedute dai comuni di Vezzano Ligure e Arcola, ossia le zone oltre la ferrovia: Valdellora, Felettino e Carozzo

e la zone a levante: Limone, Melara, Termo de La Spezia, Fossa Mastra, Pagliari, San Bartolomeo e Muggiano.

La zona di Migliarina ricomprende ancora le aree che saranno successivamente investite da massicci interventi urbanizzativi a costituire i quartieri di Mazzetta e Canaletto.

Questo vale anche per La Spezia che ricomprende La Scorza, Fossitermi, i Vicci, i Colli, sedi di futuri e consistenti insediamenti.

Piero Mazzoni – Architetto

(da Ameglia Informa di novembre 2021)

La strada tra il fiume Magra e Pignone

Nel 1784 un tal ingegnere Giacomo Brusco presenta un “Disegno della strada o carrozzabile o corriera dal fiume Magra fino al villaggio di Pignone”. Si tratta di un attento esame dello stato della viabilità all’epoca esistente, spesso costituito da mulattiere e ristretti sentieri, e delle opere da farsi per renderla “carrozzabile” o “corriera”. Il progetto è frammentato in numerose tavolette, a rappresentare l’intero tracciato, in ciascuna delle quali, insieme alla planimetria del tratto in esame, si elencano puntualmente i lavori da farsi allo scopo (di ripristino, di adeguamento e di modifica e cioè: inghiaiamenti, allargamenti, spianamenti, ponti, innalzamenti o abbassamenti di quota, modeste modifiche al tracciato, ecc.), unitamente ai loro costi. Una sorta di (sommario) computo metrico estimativo delle opere ove le misure sono espresse in “canne” (corrispondenti nel genovesato a ca. 2,5 metri).

Tavolette di Spezia e Torretto – modalità di assemblaggio

La suddivisione in tavolette del progetto, anche se è utile per separare i diversi capitoli di spesa nelle diverse zone, ne rende difficile la comprensibilità di assieme e pertanto si sono assemblate alcune di queste (VI, VII, VIII, IX, ossia Boschetti, Migliarina, il Torretto e Spezia), sovrapponendole poi ad una planimetria di Spezia degli anni trenta suddivisa in due parti, la prima con la città esistente (ad ovest) e la seconda con la piana di Migliarina e oltre (ad est).

Il tracciato, così assemblato e sovrapposto al territorio che attraversa, anticipa e conferma quella che sarà “la strada tra La Spezia e Sarzana” realizzata poi dai francesi nel 1810, che porterà al collegamento con l’esistente strada Sarzana Lerici nei pressi della Magra. Si ricorda che, nello stesso periodo, si realizza la strada carreggiabile per Portovenere e si rende carreggiabile la strada per Genova.

Nell’ambito dello spezzino attraversa la città murata da porta Genova a porta Romana, ne esce percorrendo via del Torretto, incontra l’Oratorio di San Gottardo, supera, aggirandolo lato mare, il colle dei Cappuccini (ora piazza Europa), prosegue verso est a monte dell’attuale via Veneto (ne sopravvive un piccolo tratto tra via Veneto e via Picco), arriva al piccolo nucleo di San Cipriano (che ricadeva nell’odierna piazza Caduti per la Libertà), aggira anche la collina dell’Ospe-dale e prosegue verso est con un tracciato tuttora riconoscibile nella odierna via Lunigiana.

A Marcantone un bivio: a nord (poi chiusa dalla ferrovia) la strada “per Bollano”, a est (tuttora esistente) la strada per Sarzana e la val di Magra (via Sarzana appunto) e il suo prosieguo extraurbano. Si ricorda che questo tracciato ha rappresentato l’unico collegamento per Sarzana fino al 1930, quando fu aperto al traffico il tratto di viale Umberto I° (ora Viale Italia), da via San Cipriano a piazza Concordia di Migliarina, che modificò radicalmente il traffico per Sarzana e la val di Magra.

Questa la toponomastica  incontrata nelle carte del Brusco (che dovrebbe esprimere le entità geografiche, all’epoca più importanti ed esistenti sul territorio), da nord a sud e da ovest ad est (cerchiate in rosso):

S. ApolloniaS. Francesco di PaolaPiazza (piazza del Municipio) – Castello (di San Giorgio) – S. Gottardo (l’oratorio ai piedi della collina dei Cappuccini) – i Cappuccini (la collina con il Convento)– Torre della Sanità (la torre del molino a vento antistante la collina) – Val di Lora (Valdellora) – San Cipriano (vecchio nucleo demolito per la piazza Concordia) nella prima planimetria;

Prima planimetria: da nor a sud

nella seconda: canale di Capellettocanale di TribioMarcantone (con la diramazione del bivio) – strada di BollanoMigliarino (Migliarina) – San G. Battista (chie-sa di Migliarina) – Dorgia (il torrente).

Parte ovest: Via Prione, porta Genova, nucleo antico, porta Romana, il Torretto, San Gottardo, collina dei Cappuccini, val di Lora, San Cipriano.

Parte est: canale di Cappelletto, canale del Tribio, (attuale) via Lunigiana, Marcantone, strada di Bollano, Migliarino, San G. Battista, Dorgia, li Boschetti.

Seconda planimetria: da ovest a est

Nel Dizionario Geografico, Storico, Statistico e Commerciale degli Stati Sardi, edito nel 1850, si descrive il tracciato allora esistente della via per Sarzana, che, per l’attraversamento del nucleo di Spezia, differisce da quello ora raccontato (indicato come “strada vecchia”) con il “nuovo” che “traversando la città in una linea, riesce alla porta della Marina”. 

 Eccone  il testo

“La strada tra la Spezia e Sarzana fu aperta dai francesi nel 1810″.

L’antica uscendo dalla porta Romana, e scorrendo il borgo del Torretto, passava sotto il Colle dei cappuccini, sulla punta che è tra il convento e uno scoglio poco distante da terra, con sopra la casa della sanità.

La nuova, traversando la città in una linea, riesce alle porte della marina. Qui si dilata in un ampio stradone tra spessi alberi d’acacia, e mette capo in una piazza ovale in riva al golfo. Si vede lo scalo per scendere al mare con due casette laterali, una della sanità, e l’altra delle dogane.

Alla destra poi della piazza comincia la bella strada, costrutta pur dai francesi nel 1810, lungo gli amenissimi seni della costiera a ponente del golfo onde unire il magnifico lazzaretto e Portovenere con la città della Spezia; e parte dalla sinistra la nuova strada a Sarzana.

Rade questa il lido fino al Campo Santo, da dove si avvia a Migliarino, seguitando la direzione dell’antica.

Rimane a sinistra la valle di Lora e la cappella di s. Cipriano. Da questa cappella fino al canale del Tribio si va quasi in linea retta; ma dal canale a Migliarino la strada è tortuosa.

Prima di questo luogo si lasciano a sinistra alcune case, dette Marcantone, da dove parte la strada di Bollano. Tra la Spezia e Migliarino si trovano quasi sempre dei campi coltivati a sinistra e alla destra. La vite nella pianura è sui pioppi, e sulle colline è sui pali. Dopo Migliarino si passa la Dorgia e il canale di san Venerio.

Si radono alcune collinette coperte di cespugli, chiamate i Boschetti e si lasciano alla sinistra le case di Melara, in piccola altura”.

Piero Mazzoni Architetto

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