(da Ameglia Informa di marzo 2007 e segg.)
Pochi ad Ameglia conoscono suor Carmela Solari, 68 anni di vita religiosa e 55 anni di vita missionaria, il cui anniversario della morte, avvenuta nel 1985, ricorreva proprio pochi giorni fa, il 26 febbraio.
Eppure questa piccola suora, ha avuto un ruolo di primo piano nella evangelizzazione della Corea e del Giappone nell’ambito delle missioni salesiane delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice, (una famiglia religiosa nata nel 1872 dalle opere di San Giovanni Bosco e dalla fedeltà creativa di Santa Maria Domenica Mazzarello, fondatrice dell’Ordine).
Ottenne i più alti riconoscimenti da parte dell’Imperatore del Giappone e del Governo Italiano, come più avanti riferiremo.
A guidarci nella ricostruzione della sua vita, principalmente i ricordi dei nipoti Giuseppe e Luciano Passalacqua ed Albertina Gozzani.
Un racconto che speriamo serva da base per ulteriori ricerche non esclusivamente giornalistiche.
Carmela nacque ad Ameglia l’11 aprile 1891 da Giuseppe Solari e Luigia Lazzarini; ebbe due sorelle Ramira ed Elettra.
Ci piace pensare che forse già dalla nascita c’era un disegno divino per la sua futura vocazione. I nipoti infatti ricordano che il nonno, navigante, era di stretta osservanza massonica e non tollerava che alle figlie fosse imposto un nome cristiano, la madre però riuscì con un sotterfugio a mettere finalmente all’ultima figlia un nome cristiano, non immaginando, il marito che il nome Carmela celasse in effetti il nome di una delle attribuzioni della Madonna, quello della Madonna del Carmelo. (Dal monte Carmelo in Palestina dove nel XII secolo si raccolsero un gruppo di asceti provenienti dalle Crociate, che fondarono poi l’omonimo ordine dei Carmelitani).
Vi sono poche notizie della sua giovinezza ad Ameglia e della maturazione della sua vocazione. Si sa però che frequentò la scuola delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice che a quel tempo avevano aperto una scuola ad Ameglia nell’edificio in cui attualmente c’è il giornalaio in piazza Libertà.
Dal 5 agosto 1917 è a Nizza Monferrato, sede della casa generalizia delle suore, per iniziare il percorso della sua vita religiosa.
Il 6 dicembre 1929 la casa generalizia dell’Istituto si trasferisce da Nizza Monferrato a Torino.
Nel 1930 fu scelta dalla casa madre di Torino per inviarla come responsabile della seconda spedizione missionaria in Giappone.
La prima spedizione di suore arrivò in Giappone nel porto di Kobe il 14 dicembre 1929 e a Miyazaki (sud del Giappone) il 16 dicembre 1929. Subito cominciarono ad essere impegnate nelle prestazioni domestiche presso i salesiani, mentre imparavano la lingua. L’anno seguente, sotto la guida di suor Carmela, a Miyazaki si fecero carico dell’ospizio per ragazze povere e dell’aspirantato. Nel 1931 a Beppu, città balneare del sud del Giappone, cominciarono con la prima opera indipendente, un ospizio per ragazze povere e neonati. Nello stesso anno a Miyazaki aprirono una scuola materna.
L’8 giugno 1949 l’imperatore del Giappone Hirohito, anche se di religione e cultura completamente diversa, visitò l’istituto di Beppu dove suor Carmela era direttrice da quasi venti anni. Vi si recò con un folto gruppo di dignitari per rendersi conto di persona della capacità ed efficienza dell’istituto e, dopo essersi complimentato con le suore, assicurò il suo interessamento alla crescita.
(segue)
Sandro Fascinelli
(da Ameglia Informa di maggio 2007)
Come abbiamo visto nel numero di marzo di Ameglia Informa suor Carmela Solari (nata ad Ameglia l’11 aprile 1891) è stata tra le pioniere dell’evangelizzazione cristiana del Giappone e della Corea ed è sicuramente la donna amegliese più rappresentativa dello scorso secolo. Personaggio immeritatamente dimenticato, ma che invece dovrebbe restare nel ricordo e di esempio per le nuove generazioni. Ebbe i più alti riconoscimenti da parte del governo giapponese nel 1949, pur di religione diversa dalla sua e del governo italiano, che le concesse nel 1970 la medaglia d’oro al valore della repubblica ed il cavalierato.
Ma lasciamo parlare di lei l’ispettrice per il Giappone suor Elisabetta Suzuki da una lettera diretta ad Albertina Gozzani in Germi, nipote di suor Carmela, abitante a Bocca di Magra.
“Fin da ragazza, quando frequentava le nostre suore di Ameglia per la scuola di cucito e ricamo, Carmela manifestava un carattere forte e volitivo. Infatti appena la volontà di Dio circa la sua vocazione le si fece chiara, vi corrispose con tutta l’energia del suo temperamento e con l’entusiasmo e la dedizione che caratterizzarono e resero feconda tutta la sua vita. …
Nel 1931 è già direttrice a Beppu, casa M. Mazzarello, passa poi a Miyakaki, dove vi rimane per otto anni, poi di nuovo ritorna a Beppu, dove nel 1948 inizia e consolida l’attività nel nostro complesso scolastico Myojo Gakuen. Nel 1957 è chiamata ad altro arduo compito: guidare il primo gruppo di suore che dal Giappone partono per la Korea per iniziare la loro attività apostolica tra la gioventù di quel popolo così provato dalla guerra. … E a 66 anni ha saputo ricominciare!
A Seul e poi a Kwangju è impegnata nell’attività apostolica diretta soprattutto alla formazione di vocazioni autoctone, ponendo le basi per il consolidamento della nostra opera in quella nazione. Nel 1968 l’obbedienza la richiama in Giappone dove continua la sua opera evangelizzatrice in maniera diversa: la sua attività indefessa ed i suoi interventi tempestivi vengono sostituiti dal fervore della sua vita eucaristica, della devozione alla Croce, della sua ardente supplica per il sorgere e la perseveranza di tante vocazioni, infondendo sempre gioia in tutte le sorelle e le ragazze che l’avvicinavano. La sua fiamma così forte, calda si attenua fino a consumarsi completamente il 28 febbraio 1985. I suoi ultimi giorni sono la logica conseguenza di ciò che è stata la sua vita.
Sono tante le suore che debbono a lei il sostegno e la guida nella realizzazione della loro vocazione, infatti non sono state poche le difficoltà che dovette superare per far studiare ragazze, aspiranti e anche suore, dando così buone vocazioni all’Istituto. Mentre ammiriamo tutto quello che ha fatto, sentiamo il dovere di realizzare nel nostro ambiente gli insegnamenti ricevuti da lei.” (segue)
Sandro Fascinelli
(da Ameglia Informa di luglio 2007)
Terminiamo la rievocazione di suor Carmela Solari, la piccola grande suora pioniera dell’evangelizzazione della Corea e del Giappone, con due ricordi di famiglia del nipote Giuseppe Passalacqua, ora residente a Camogli. (Le precedenti puntate sono state pubblicate nel numero di marzo e maggio 2007)
1) “Sua madre (la madre di Carmela Solari ndr.), mia nonna Gina, era religiosissima; a 70 anni circa divenne cieca e fu ricoverata all’ospedale Galliera di Genova, senza risultati. Passava le giornate pregando, recitando tanti rosari e a noi ci faceva leggere le sue preghiere in un libricino da lei conservato. Noi nipoti più grandi l’accompagnavamo sino alla chiesa e lei individuava la sua panca toccandola con mano. Suo marito, mio nonno, lo chiamavano “capitano”, il perché non lo so. Aveva navigato nei “navicelli” ed era emigrato anche per qualche anno in Perù. Una volta, ancora ragazzo, rovistando in cantina, trovai una “stola” verde con scritto in ricamo “venerabile”. Apparteneva alla Loggia massonica che in Ameglia, credo, fosse numerosa. Poi la “stola” verde non l’ho più ritrovata: mia madre, pen
so, l’avrà bruciata. Era nemico dei preti e bestemmiava come un…. Toscano.
Alle sue figlie diede nomi d’origine non religiosa: Ramira, Elettra (mia madre) e Carmela, la suora. Per Carmela mia nonna l’ingannò perché il nonno non sapeva dell’esistenza della “Madonna del Carmelo”. È possibile che zia Carmela sia andata missionaria anche per intercedere la conversione di suo padre (cosa che avvenne). Mio nonno negli ultimi anni lesse “I promessi sposi” e quando si ammalò, prima di morire, sentendo avvicinarsi la fine, chiamò al suo letto la nipote Ginetta, già madre di famiglia, ed in dialetto le disse: “l’è l’oa de ciamae er Pievano”. La Ginetta capì al volo, andò a chiamare il Pievano, sino ad allora suo nemico, che lo confessò e comunicò. I Massoni di Ameglia restarono sbalorditi e non si potevano dare pace perché un massone come il “Capitano” si era convertito.”
2) “Appena giunte in Giappone, a Beppu, suor Carmela e le altre sorelle furono ospitate da una famiglia Giapponese. Mi scriveva che alla sera la signora apriva e chiudeva una porta scorrevole, con tanti inchini, per chiedere se avevano
bisogno di qualcosa. Qualche volta al mattino trovavano davanti alla porta, avvolto in una coperta, un piccolo in fasce (era il 1930 il periodo della grande crisi mondiale). Lo raccoglievano e così cominciò il loro nuovo impegno. Cominciarono col costruire un piccolo asilo in cui accoglievano i bambini orfani. Suor Carmela ne divenne la direttrice. La scuola salesiana si sviluppò sempre più fino a divenire un grosso istituto che riportò l’ammirazione anche dell’Imperatore, sebbene di religione diversa.”
Giuseppe Passalacqua