Potremmo oggi, in questi tempi globali, intestare una strada al nome di un dirigente di una banca odierna?
Pensiamo di no.ย Per Carlo Alberto Naef, a suo tempo avvenne.
La scomparsa, negli ultimi giorni di settembre 2020, di Alessandra Naef, figlia di Carlo Alberto Naef (vedi Ameglia Informa di ottobre 2020) , ci ha portato a recuperare questo articolo di cui lei รจ stata ispiratrice, pubblicato alcuni mesi fa a puntate su Ameglia Informa.
(da Ameglia Informa di ottobre 2019)
Non รจ da un giorno che lโintero pianeta si ritrova immerso nella globalizzazione, un sistema di vita che ci condiziona in maniera cosรฌ totale che sarebbe forse meglio chiamarlo globalitarismo. ร, difatti, un vero e pro-prio contagio che dal mondo dellโeconomia si รจ progressivamente ampliato a racchiudere dentro di sรฉ ogni tipo di rapporto che intrecciamo con lโaltro sรฌ da comprendere pure le nostre relazioni personali. Ne รจ scaturita una forma nuova dellโesistenza da cui neppure la nostra รจ rimasta immune. Pensa, ad esempio, al mondo degli istituti di credito che operano sulle rive del Golfo.
Da โste parti una volta gli sportelli non erano molti ed il loro giro di affari era contenuto allโinterno del territorio. Quando ne varcavi la soglia era un poโ come entrare in casa del vicino di pianerottolo. Con il globalitarismo quei piccoli istituti sono stati fagocitati dalle banche piรน grandi che, a loro volta, si sono accorpate fra loro facendo sorgere mega strutture finanziarie che di anonimato e impersonalitร hanno fatto la loro immagine.
Certo, occorre essere competitivi per poter affrontare una sfida che si combatte su uno scenario mondiale, ma si รจ perso il rapporto virtuoso e di fiducia amicale che legava il cliente allโistituto. Una volta di chi ti aveva concesso il mutuo, a cui avevi affidato i tuoi risparmi, sapevi lโindirizzo di casa che magari era prossima alla tua. Oggi, per incontrarlo magari devi varcare i confini; figurati poi parlargli di persona. ร la logica ineluttabile che dettano i tempi moderni contro i quali probabilmente รจ inutile protestare, meno che meno volersi battere, perรฒ, quanto rimpianto cโรจ per quel piccolo mondo antico.
Di quelle piccole banche ce nโerano sulle rive del Golfo. Forse la prima a nascere รจ stata la Cassa di Risparmio, legata al territorio dovโera sorta, fondata da Spezzini doc giร nel 1842 quando la cittร era ancora un paesone striminzito racchiuso da un piccolo giro di mura con dentro quattro case. Dopo la Cassa, lo sviluppo fa sorgere altre banche, tutte indigene. Qualcuno fallisce, ne arriva qualche altro, ma sono tutti istituti strettamente legati al territorio da cui ricavano vita e senso anche quando la crescita economica allarga il loro giro di affari alla Lunigiana che se oggi chiedi che cosโรจ a un giovane, manco ti sa rispondere.
Io di quelle antiche banche ne ricordo una la cui insegna mi balzava incontro agli occhi ogni mattina che da via del Torretto entravo in piazza Verdi per andare a scuola.
Quella banca lโavevano fondata in tre e il loro nome spiccava sullโinsegna. Uno di essi portava un cognome strano, Naef, il nome era piรน da cristiano, Carlo. Scomparve ancor giovane ma gli รจ stata intitolata una traversa di viale Italia. Fu una scelta giusta perchรฉ Naef non fu solo banchiere, ma anche membro del CLN provinciale nonchรฉ dirigente sia della Camera di Commercio che dellโEnte del turismo.
Quando passo da quelle parti e vedo la targa con il suo nome mi viene inevitabile chiedermi se potremmo oggi, in questi tempi globali, intestare una strada al nome di un dirigente di una banca odierna.
Alberto Scaramuccia
Le vie della Resistenza: via carlo Alberto Naef
NB: il cognome della via รจ Naรซf ma esattamente sarebbe โNaefโ senza la dieresi ndr.)
Via โCarlo Alberto Naรซfโ, (da viale Italia a via del Canaletto, Comune della Spezia) delibera nยฐ 39 del 17 febbraio 1975.
Nasce nel 1905 ed รจ spezzino non di nascita ma di adozione perchรฉ il padre, svizzero, si stabilisce a Spezia (dopo il 1923 La Spezia) impiantandovi un’importante attivitร bancaria.
Molto vicino a Carlo Rosselli, si laurea in Scienze Economiche Commerciali, a pieni voti, nel 1931, recandosi poi a Londra e Parigi.
In quest’ultima cittร rimane ancora un po’ di tempo dopo che Mussolini ha fatto assassinare da sicari fascisti francesi, a Bagnoles de l’Orne, in Normandia, i fratelli Rosselli. Rientrato in Italia solo nel 1938, con l’impegno di non svolgere attivitร politica ma di occuparsi solo dei suoi affari, si dedica alla Banca Naรซf-Ferrazzi – Longhi & C. ereditata dal padre morto poco dopo la Prima Guerra Mondiale.
Quando cade il Fascismo, Naรซf rappresenta il Partito Liberale nel CLN spezzino, senza che i fascisti e i nazisti capiscano il delicato ruolo da lui rivestito e riuscendo fortunosamente, quando essi, nei giorni ormai vicini alla fine della guerra, se ne avvedono, a sfuggire alla cattura, potendo far parte alla Liberazione del CLN provinciale che si insedia in Prefettura.
Nel dopoguerra รจ, fra l’altro, presidente del Partito Liberale, della Camera di Commercio e dell’Ente del Turismo. Muore nel 1961.
Cristina Mirabelloย (ISR)
(da Ameglia Informa di novembre e dicembre 2019 di di gennaio, febbraio e marzo 2020)
Le antiche banche spezzine sino al dopoguerra
Le antiche banche spezzine sino al dopoguerra
Nel numero di Ameglia Informa di ottobre Alberto Scaramuccia ci ha scritto di Carlo Alberto Naef e della sua banca e si chiedeva: โPotremmo oggi, in questi tempi globali, intestare una strada al nome di un dirigente di una banca odierna? Pensiamo di no. Per Carlo Alberto Naef, a suo tempo avvenneโ.
Questo ci ha incuriosito e ci ha spinto a conoscere quale fosse il panorama bancario spezzino nei secoli scorsi.
Questa ricerca รจ stata molto breve perchรฉ Alessandra Naef, ex professoressa di matematica della nostra scuola media e figlia di Carlo Alberto Naef, ci ha messo a disposizione gli appunti inediti del papร sulle banche nellโeconomia locale ma ci ha anche โbacchettatoโ per aver noi scritto il cognome โNaรซfโ, in modo sbagliato con la dieresi. Ci siamo giustificati dicendo che la via spezzina riporta la dieresi: โanche quella รจ sbagliataโ e, se lo dice la figlia, le possiamo credere.
Di seguito lโinedita storia delle antiche banche spezzine attraverso gli appunti di Carlo Alberto Naef (ndr).
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Raccontare delle banche che hanno operato nel lontano passato nella Provincia della Spezia, non รจ cosa facile per la scarsa documentazione esistente che non permette, almeno per quanto riguarda lโepoca piรน remota, a elaborare un quadro esatto e completo di un argomento tanto interessante.
Questo sicuramente deriva dal fatto che, solo negli ultimi decenni dellโOttocento ed i primi del Novecento il lavoro bancario ha assunto uno sviluppo cosรฌ cospicuo da rendere determinante la sua funzione nel campo economico. La Spezia, creata capoluogo di Provincia nel 1923, ha precedenti storici che risalgono soltanto alla seconda metร dellโOttocento, quando cioรจ nel 1861 venne dato inizio ai lavori di costruzione dell’Arsenale Militare Marittimo secondo l’ardito progetto del Conte di Cavour. Prima non era che un piccolo borgo di poche migliaia di abitanti.
Solo la costruzione dellโAr-senale riuscรฌ infatti ad imprimere alla cittร un incremento demografico veramente eccezionale per cui il piccolo borgo, quale era prima del- lโinizio di questi lavori, potรฉ trasformarsi in un operoso centro con una popolazione stabile, nel 1881, di 31.565 abitanti (di cui 21.123 nel capoluogo) contro gli 11.556 abitanti (di cui 5.964 nel capoluogo) del 1861.
ร quindi evidente che nel periodo anteriore alla costruzione dellโArsenale Militare Marittimo lo sviluppo di iniziative bancarie non poteva trovarvi incremento alcuno data lโassoluta mancanza di una qualsiasi attivitร economica locale.
Solo nel vicino, piรน antico e, per i tempi, piรน importante centro urbano di Sarzana, funzionava un Monte di Pietร istituitovi fin dal 1700. Molto differenti erano perรฒ, nei confronti dell’attuale organizzazione bancaria, gli scopi che questo tipo di Ente si prefiggeva. Almeno per il Monte di Pietร di Sarzana allora era esclusa la raccolta del risparmio: solo co1 Decreto dellโotto novembre 1903 detto Ente venne infatti autorizzato a โricevere depositi fruttiferi ed a compiere operazioni bancarieโ. Era invece ammessa la โanticipazione contro garanzia di beni mobili costituiti in pegnoโ. Si possono quindi ritrovare nel Monte di Pietร i germi della banca dell’avvenire. Il Monte di Pietร di Sarzana comunque, dopo 228 anni di vita, durante i quali svolse una continua anche se modesta attivitร , cessava di funzionare il 1ยฐ agosto 1928.
In applicazione della legge 29-12-1927, secondo cui doveva effettuarsi una prima concentrazione delle Aziende di Credito, essa veniva a quell’epoca assorbita dalla Cassa di Risparmio della Spezia – in fase di pieno sviluppo – che fu in conseguenza autorizzata ad aprire una propria dipendenza nella stessa cittร di Sarzana. Per trovare nel piccolo borgo della Spezia, che contava allora meno di 10.000 abitanti, un Monte di Pietร occorre arrivare al 1837. Attivitร a cui, a distanza di pochi anni, con Sovrano Rescritto del 28 giugno 1842, veniva annessa lโattuale Cassa di Risparmio della Spezia. Occorre rilevare che la vera fondamentale differenza esistente tra queste prime Banche in embrione ed i moderni Istituti di Credito, va ricercata non tanto nella sostanza e nella varietร delle operazioni quanto nella diversa clientela con la quale tali antichi Enti erano chiamati ad operare.
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In questa prima parte giร possiamo notare che la situazione bancaria spezzina nella 2ยช metร del 1800 non era cosรฌ rassicurante come ora si vorrebbe far pensare: belli i tempi che furono! Ma sin qui cโรจ poco da rimpiangere.
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In un manifesto del 1842, che annunciava la fondazione della Cassa di Risparmio della Spezia si legge infatti che: โI giornalieri, gli operai, gli artigiani, i contadini, i famigli e tutte le persone di ristretta fortuna, sono ammesse a godere dei servizi della Cassaโ. Vale a dire proprio quei ceti sociali che oggi sentono in minor misura la necessitร di avvalersi della moderna organizzazione bancaria.
Proprio con questa modesta clientela si sviluppa gradatamente lโattivitร della Cassa di Risparmio della Spezia: nel corso dei successivi 80 anni essa potrร comunque raggiungere una ragguardevole importanza e potrร inserirsi in misura determinante nellโeconomia locale.
ร titolo dโonore per la nostra Provincia lโaver dato vita in epoca tanto remota โ quando cosรฌ limitate erano le sue risorse e la sua popolazione – ad una Cassa di Risparmio che, per la data di fondazione, il 1842, risulta una delle piรน antiche della Penisola. Soltanto poche altre la superano come longevitร ma si tratta di quelle sorte nei maggiori centri come Torino, Milano, Roma, Bologna, Firenze, Padova e Pisa, con una posizione storica e demografica di grandi cittร rispetto al piccolo borgo di Spezia.
La costruzione dellโArsena-le Militare Marittimo,ย iniziata come si รจ visto nel 1861 e portata a termine nel 1869, con il conseguente incremento demografico, dร un grande impulso alla vita economica di Spezia. Anche lโattivitร bancaria fa rilevare, dopo quellโepoca, un certo risveglio. Troviamo infatti, a fianco della Cassa di Risparmio che continuava senza scosse il suo metodico lavoro, le prime due banche locali di credito ordinario:
la Banca di Spezia, autorizzata ad operare con Regio Decreto del 27-12-1871;
la Cassa di Sconto di Spezia, che operava intorno allโanno 1880.
Sullโattivitร svolta da questi due Istituti non vi sono precisi riferimenti; non รจ tuttavia azzardato pensare che il loro lavoro non si discostasse allora, come non si discostรฒ successivamente in generale per tutte le Banche, da quello schema scarno e limitato che si compendiava nelle due tipiche operazioni:
la raccolta del risparmio, con la quale venivano reperiti i mezzi necessari;
lo sconto cambiario che assorbiva da solo la quasi to-talitร dellโattivo del bilancio.
La Banca di Spezia dopo aver raggiunto un apprezzabile sviluppo, nonostante avesse messo in circolazione anche una sua carta moneta divisionale, non riuscรฌ a superare le gravi crisi economiche nazionali, allora a carattere ciclico che si ripercuotevano profondamente sulla debole finanza locale, e dovette pertanto cessare la propria attivitร .
Anche la Cassa di Sconto di Spezia, dopo una vita non troppo lunga cessรฒ a sua volta di funzionare.
Il lavoro bancario del tempo fu nella sua semplicitร dovuta alla limitata varietร delle sue operazioni, era, come lo รจ oggi, vincolato a quel basilare concetto della liquiditร di bilancio che non si puรฒ ignorare senza subirne gravi conseguenze.
Tale mancanza di liquiditร , pur essendo chiaramente identificabile, continuerร , come vedremo, ad essere la maggiore e piรน frequente causa di dissesti bancari.
Chiuse le suddette Banche bisogna arrivare verso la fine del secolo scorso ed esattamente al 1890 per trovare in attivitร una nuova banca locale: La Banca Ramstein, Bevilacqua & C., con sede in via Persio, che modificava successivamente la propria ragione sociale in Banca Ramstein, Faggioni & C..QuestโIstituto, saggiamente condotto dal suo titolare, lo svizzero Ramstein, svolse un ottimo lavoro sino al 1916.
A quellโepoca, la particolare difficile situazione del mercato finanziario determinatosi in conseguenza della Prima Guerra Mondiale ancora in corso, influendo sullโanimo del Ramstein forse eccessivamente emotivo, lo spinse a concludere con la Banca Italiana di Sconto, Istituto a carattere nazionale con sede in Roma ed agenzia anche alla Spezia, lโassorbi-mento della sua azienda.
Il 26-07-1900 aveva intanto aperto i suoi sportelli la Banca Bevilacqua, Furter & C., trasformata con atto del 16-03-1922 in Societร in accomandita semplice sotto la nuova ragione sociale di Banca Furter, Paganini & C.; essa aveva la sede centrale alla Spezia ed unโagenzia in Santa Maria del Taro. Questa Banca svolse la sua attivitร sino al 1934, epoca in cui i suoi rilevanti immobilizzi, aggravati da una crisi di fiducia causata da un altro dissesto bancario di cui diremo, la costrinsero a inoltrare istanza per lโammissione alla procedura del concordato preventivo. Il concordato venne autorizzato dal Tribunale della Spezia il 1ยฐ settembre 1934 e posto in esecuzione con la garanzia e con lโintervento della Cassa di Risparmio della Spezia, sulla base del pagamento del 40% ai creditori chirografari.
Sempre allโinizio del nuovo secolo, nel 1905, troviamo funzionante in Spezia una terza banca locale: la Banca Adamo Pegazzano, G. Falconi & C. che dimostrรฒ subito, nel confronto delle altre un eccezionale spirito dโiniziativa attuando uno sviluppo territoriale dei propri servizi veramente cospicuo per quei tempi.
Questa banca infatti, oltre alla sede centrale in Spezia, inizialmente in via Prione e successivamente in via Sapri, aveva sempre in cittร , sotto i portici Doria, un ufficio cambio, nonchรฉ numerose agenzie e succursali a Carrara, ad Aulla, a Fivizzano, lerici, levanto, Massa, Pietrasanta, Sarzana e Seravezza.
Nellโagosto del 1928 per le gravi difficoltร in cui si dibatteva a causa dei rilevanti immobilizzi che si erano verificati tra le sue partite, la Banca Adamo Pegazzano & C., come nel frattempo aveva modificato la sua ragione sociale, ottenne di essere assorbita dallโIstituto Italiano di Credito Marittimo, altro istituto di credito a carattere nazionale con sede a Roma, che si veniva in tal modo a collocare nella piazza spezzina, mantenendo in fun-zioneย oltre lโufficio di cambio, anche le dipendenze di Lerici, Levanto, e Sarzana della cessata banca.
Prima di queste tre piรน importanti banche locali, e contemporaneamente ad esse, operavano alla Spezia altri istituti minori e cioรจ:
la Banca Cooperativa di Spezia, in forma di Societร Anonima a capitale illimitato, con sede in via Carpenino 2, che ammetteva tra le sue operazioni attive, quasi in esclusiva, lo sconto di effetti cambiari con la doppia limitazione: della scadenza che non poteva superare i tre mesi e dellโimporto che non poteva superare 500 lire per titolo; essa venne posta in liquidazione nel 1902;
Il Banco Sconto Pio Porrati, azienda a carattere individuale che venne istituita nella vicina Sarzana nel 1909 e che rimase in vita sino al 1927, epoca in cui cessรฒ la sua attivitร a seguito del decesso del titolare.
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1918-1938 banche che aprono e banche che chiudono,
altro che rimpiangere le banche di un tempo!
Nel precedente capitolo avevamo parlato della timida apertura delle prime banche spezzine, a seguito della costruzione dellโArsenale Militare Marittimo, che aveva attirato popolazione e attivitร economiche collaterali.
Le vicende monetarie e finanziarie conseguenti il primo grande conflitto mondiale determinano profonde modificazioni nel campo del lavoro bancario e le inevitabili ripercussioni si fanno sentire anche nel limitato mercato locale. La dilatazione dei mezzi di pagamento, lo sviluppo sempre maggiore della circolazione dei titoli di credito, le nuove e piรน vaste proporzioni assunte dalla produzione e dalla circolazione delle ricchezze, sollecitano logicamente una parallela espansione del mercato bancario.
Anche nella nostra provincia si rileva un fiorire spesso caotico, di iniziative che si traducono intorno al periodo dal 1918 al 1938 nellโapertura e, purtroppo, della successiva chiusura di numerosi nuovi sportelli bancari.
Il 24-2-1917 viene fondata a Genova la Banca Genovese di Credito che nel 1920 istituisce una succursale alla Spezia ed agenzie in Brugnato, Sesta Godano e Levanto. Nel 1929 il ciclo di questa banca si conclude, in parallelo con quella della Banca Adamo Pegazzano & C., di cui giร si รจ detto; entrambe sono infatti assorbite dallโIstituto Italiano di Credito Marittimo.
Il 21-12-1918 viene costituita, con sede in Sesta Godano, la Banca Agricola Popolare della Spezia e della Val di Vara. Anche questo Istituto ha una vita breve e scialba che si conclude con la dichiarazione di fallimento decretata dal Tribunale della Spezia il 13.4.1929.
Uguale sorte subisce la Banca Pucci (Azienda a carattere individuale) aperta dallโex direttore della Banca Genovese di Credito e fallita a pochi anni dalla sua fondazione, con sentenza dellโ8-7-1929.
Sempre in quel periodo chiudeva gli sportelli anche il Credito Regionale Ligure che, sorto in Genova inizialmente sotto la ragione sociale di Credito Popolare Ligure,ย aveva svolto una grande attivitร e raggiunto un rilevante sviluppo anche nella nostra zona dove aveva succursali nel capoluogo e a Sarzana oltre ad agenzie in Brugnato, Fosdinovo, Piana di Battolla, Santo Stefano Magra e Vezzano Ligure.
Anche la Banca Agricola Italiana (Istituto del Gruppo Gualino, con sede in Torino) che aveva aperto sportelli in Sarzana, Lerici, e Vezzano Ligure, venne posta in liquidazione nel 1934 con la conseguente chiusura degli Uffici locali.
La Banca Ligure Apuana, costituita con atto del 7-7-1923 in Genova ma con sede centrale ed unico Ufficio alla Spezia, esaurรฌ sollecitamente la sua funzione poichรฉ fu posta il liquidazione nel 1929.
La Banca dellโItalia Settentrionale con sede in Genova aprรฌ a sua volta una succursale alla Spezia in piaz-za Verdi. Allโatto della sua liquidazione avvenuta nel 1929 subentrรฒ negli stessi locali lโIstituto di Credito Agrario per la Liguria, Ente a carattere regionale, che nella nostra Provincia oltre allโufficio nel capoluogo aveva istituito agenzie a Sarzana e a Brugnato.
QuestโIstituto autorizzato allโesercizio del credito agrario e alla raccolta del risparmio, non riuscรฌ mai, per gli scarsi mezzi a disposizione, a svolgere unโapprezzabile attivitร .
Venne pertanto sostituito nel 1932 dallโIstituto Federale di Credito Agrario per la Liguria che, costituto con la partecipazione delle tre Casse di risparmio liguri, continuรฒ la sua attivitร sino al 1947.
Tra le tante banche operanti nella nostra zona nel predetto turbinoso periodo detiene un posto di primaria importanza un Istituto locale che durante la sua attivitร sia pure breve, riuscรฌ a dare allโeconomia della Spezia unโimpronta veramente notevole. Trattasi del Banca Falconi, Castagnola, Naef & C. che, costituita come accomandita semplice con atto del 21-9-1920 a seguito del recesso di alcuni dei suoi soci accomandatari, modificava successivamente la propria ragione sociale e la propria forma in Banca Filippo e Giulio Castagnola, Societร in nome Collettivo
Questa Banca sorta anchโessa in periodo di euforia finanziaria, si appoggiava molto sul prestigio veramente notevole di cui godevano i suoi titolari: i marchesi Castagnola il nome dei quali, nel linguaggio popolare del tempo, era usato per designare la ricchezza in senso assoluto.
Anche le ineccepibili doti morali e la probitร dei marchesi Castagnola, non smentite in veritร nemmeno dalle successive dolorose vicissitudini, contribuivano, se pos-sibile, ad accrescere lโimmen-sa fiducia riposta nella loro Azienda.
La Banca Castagnola che nel 1926 aveva ingrandito il proprio campo di attivitร assorbendo la Banca di Levante A. Gaiardelli & C., costituita localmente il 20-5.1923, ed aveva aperto colร unโAgenzia nel successivo anno 1927, ne apriva unโal-tra anche in cittร , in via del Prione.
La raccolta del risparmio, indice non dubbio, specialmente in quellโepoca, della sicurezza finanziaria che ispirava la Banca, mantenne fino al 1928 un incremento continuo e rilevante. Basti pensare che al 31-12-1928 la raccolta del risparmio della Banca Castagnola ammontava, dopo soli cinque anni di esercizio, alla cospicua somma di 49 milioni di lire, pari a 44.218.606 euro di oggi (secondo il valore dโin-flazione assegnato dalla Banca dโItalia), se si tiene conto del mutato potere di acquisto della moneta.
Dopo il 1928, salvo una breve battuta di arresto, durante il successivo anno 1929, la fiducia dei risparmiatori cominciรฒ a vacillare; la voce di gravi immobilizzi che insidiavano la liquiditร dellโAzienda giร fortemente compromessa da un eccesso dโinvestimenti in confronto alle disponibilitร provocรฒ unโemorragia nella massa dei depositi fiduciari raccolti: nel 1933 erano infatti ormai ridotti a soli 25 milioni.
Il 27-12-1933 la Banca inoltrava istanza per lโam-missione alla procedura del concordato preventivo che veniva omologato dal Tribunale della Spezia lโ11-6-1934 sulla base del 40 % da corrispondersi ai creditori chirografari con la garanzia del Banco di Roma.
Le ripercussioni del dissesto Castagnola sullโeconomia della piazza furono in veritร rilevanti…
Le ripercussioni del dissesto Castagnola sullโeconomia della piazza furono in veritร rilevanti e soprattutto dannose per lโaltra banca locale la Furter, Paganini & C. che, anchโessa gravemente immobilizzata, non riuscรฌ a superare la stretta e dovette, come giร accennato, subire la stessa sorte della Banca Castagnola.
Riuscรฌ a fronteggiare brillantemente la situazione la Banca Naef, Ferrazzi, Longhi & C., fondata dal banchiere Federico Naef nel 1926, dopo il suo recesso, avvenuto il 17-12-1926, da socio accomandatario della Banca Falconi, Castagnola, Naef & C..
Tale banca ha continuato da quellโepoca la sua regolare attivitร ed ha potuto affermarsi pienamente nel mercato bancario cittadino dove anche ancora nel 1959 conserva una posizione di rilievo. Nel periodo compreso tra il 1918 ed il 1938 devono figurare anche altri istituti bancari che operarono nella zona ma con scarsa fortuna:
il Piccolo Credito Tirreno, funzionante in Ceparana;
il Banco Pizzi & C., fondato il 31-10-1933 nel capoluogo;
il Banco di Nepi e Moraldi, del 3-11-1935, sempre nel capoluogo.
Nel 1935 in Ameglia venne istituita la Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di S. Vincenzo che, denominata nel 1938, Cassa Rurale e Artigiana di Ameglia, fu posta in liquidazione il 30-3-1941 con lโintervento della Cassa di Risparmio della Spezia.
La Banca popolare Cooperativa Anonima di Novara funzionรฒ invece alla Spezia con una sua succursale fino al 1933, quando dovette abbandonare la nostra zona cedendo alla succursale del Credito Italiano le posizioni in atto.
I frequenti insuccessi che il mercato bancario locale ha dovuto lamentare, nel periodo esaminato, sono da attribuirsi non solo al giร segnalato mancato rispetto del principio della liquiditร di bilancio, ma anche, bisogna obiettivamente riconoscerlo, alla politica economica allora instaurata e comunemente conosciuta come la politica della โquota 90โ dal valore imposto alla sterlina nei confronti della nostra moneta.
Tale politica determinรฒ ad esempio nella vicina Carrara, per lโarresto improvviso di una rilevante corrente di esportazione, una grave crisi del marmo le cui ripercussioni furono sentite anche dalle banche spezzine, ed in particolare dalla Banca Castagnola e dalla Banca Furter che su quella piazza, non esistendo a quel tempo limitazioni territoriali nel lavoro bancario, intrattenevano cospicue relazioni di affari, trasformatesi nel breve volgere di mesi in pesanti perdite. La politica di deflazione perseguita in quel periodo portรฒ poi in generale nel mercato interno gravi conseguenze: le banche in maggiore o in minore misura si trovarono tutte soffocate dai forti immobilizzi che si erano gradualmente verificati.
Normale invece รจ stato lโandamento delle gradi banche a carattere nazionale, ad eccezione della Banca Italiana di Sconto, il cui dissesto provocรฒ logicamente la chiusura dello sportello locale, che dallโinizio del 1900 aveva istituito agenzie alla Spezia.
Cosรฌ il Credito Italiano, insediatosi alla Spezia nel 1903 che assorbรฌ, prima la succursale locale della Banca Nazionale di Credito succeduta a sua volta alla Banca Italiana di Sconto, poi quello dellโIstituto Italiano di Credito Marittimo e che infine rilevรฒ le attivitร in loco della Banca Popolare Anonima di Novara.
Cosรฌ la Banca Commerciale Italiana che iniziรฒ il proprio lavoro alla Spezia nel 1916 e per ultimo il Banco di Napoli che aprรฌ invece lโa-genzia della Spezia il 1ยฐ-9-1924.
La Banca Nazionale del Lavoro, dapprima denominata Banca Nazionale del lavoro e della Cooperazione, aprรฌ anchโessa, ma per breve tempo, intorno al 1926, unโagenzia alla Spezia presso la sede dei Sindacati dei Lavoratori, in via Casalini.
La Banca dโItalia costituita nel 1893 a seguito del riordinamento degli Istituti di Emissione รจ sorta dalla fusione della Banca Nazionale del Regno con la Banca Nazionale Toscana e con la Banca Toscana di Credito, funziona alla Spezia con una sua succursale.
Riteniamo a questo punto di avere esaurito lโargomento poichรฉ praticamente non si rilevano sostanziali variazioni tra la situazione del lavoro bancario quale si prsentava allโinizio del conflitto 1939/1945, epoca in cui si arresta la presente cronaca, e la situazione attuale, mentre per ovvie ragioni รจ da escludersi lโopportunitร di una qualsiasi analisi degli sportelli oggi operanti alla Spezia.
Prima perรฒ di concludere questa breve e incompleta relazione รจ bene mettere in rilievo come il piรน ordinato funzionamento degli Istituti di credito in questi ultimi due decenni ad onta delle alterazioni subite nello stesso periodo del mercato finanziario e monetario, alterazioni tanto violente da giustificare ben piรน gravi conseguenze di quelle avutesi nel periodo successivo alla prima Guerra Mondiale, debba senzโaltro attribuirsi ai nuovi concetti in base ai quali รจ stata regolamentata lโattivitร degli Istituti stessi.
La Legge Bancaria del 1936 che sanziona tali nuove concezioni ha rivelato, proprio per le difficoltร cosรฌ brillantemente superate, la sua indiscussa efficienza; ad essa va quindi il merito di aver evitato, grazie alla competenza tecnica altamente qualificata della Banca dโItalia, cui in definitiva sono state affidate le funzioni di vigilanza delle Aziende di credito, qualsiasi turbamento nella vita della Nazione particolarmente gravi e difficili.
Questo รจ quanto risulta sino al 1959.
Sandro Fascinelli
dagli appunti di Carlo Alberto Naef
BIOGRAFIE:
ย FEDERICO NAEF
ย [Nato ad Hausen am Albis (Zurigo) il 1875, deceduto alla Spezia il 1943]
Viene definito brillante impiegato della Banca Cantonale di BeIlinzona quando ย nel 1894 viene chiamato in Italia dal banchiere svizzero Ramstein quale capo contabile della Banca Ramstein, Faggioni & C. della Spezia (fondata nel 1890).
Era molto frequente allora richiamare funzionari in Italia da Banche Svizzere in quanto la tecnica bancaria della banche svizzere era molto piรน progredita rispetto a quella delle banche italiane. Tra lโaltro allโepoca diverse banche italiane erano giร state fondate da cittadini svizzeri.
Il contabile Federico Naef entrato a far parte della Banca Ramstein fece subito rapida carriera. Passรฒ successivamente come vice direttore alla Spezia e a Lucca della Banca Italiana di Sconto (allora primario istituto di Credito in tutta Italia con sede a Roma) e poi direttore a Carrara.
Licenziatosi da questโulti-mo Istituto di Credito nel 1920, fondava con terze persone la Banca Falconi, Castagnola, Naef & C. destinata ad avere un carattere di preminenza nellโeconomia di La Spezia, Levanto, Sestri Levante e tutta la provincia.
Il 17 dicembre 1926 per disaccordi coi soci, il banchiere Federico Naef usciva dalla banca di cui era stato l’anima e l’ingegno (difatti dopo un paio d’anni la Banca Falconi, Castagnola fallirร ) e fondava la Banca Naef Ferrazzi Longhi & C. che resistette a tutte le bufere e che continuรฒ la sua attivitร sino al 1965 anno in cui, per volontร di tutti i soci, venne ceduta alla Italimmobiliare S.p.A. e successivamente trasformata in Istituto Bancario Italiano, banca che รฉ tra le piรน importanti d’Italia, controllata da capitale privato.
CARLO ALBERTO NAEF
(nato a Pisa il 1905, morto alla Spezia il 1961)
Figlio di Federico, laureato in Scienze Economiche e Commerciali con il massimo dei voti, ardente antifascista, intimo amico dei fratelli Rosselli, esule allโestero du-rante il regime fascista di Mussolini, continua l’opera del padre Federico Naef alla sua morte nel 1943.
Membro del C.L.N. (Comi-tato di Liberazione Nazionale) sarร una delle maggiori personalitร politiche della provincia della Spezia e della Regione Liguria fino alla morte.
Si occupa anche di politica e di cariche pubbliche. ร nominato dal governo italiano presidente della Camera di Commercio della Spezia e dell’Ente Provinciale del Turismo, cariche che ricoprirร per lunghissimi anni. Quella dellโEnte del Turismo fino alla morte.
Sotto di lui la la Banca Naef Ferrazzi Longhi & C avrร un impulso notevole ed acquisterร una notevole importanza locale. Purtroppo la sua morte, avvenuta ancora in giovane etร (55 anni) lascerร ai figli Carlo Federico, Max ed Alessandra una gravissima lacuna da colmare e, per disaccordo coi soci e per incapacitร di condurre lโa-zienda con criteri moderni e per il mutamento e la trasformazione del sistema bancario, si arriverร alla cessione ad un forte gruppo che si era fatto avanti con proposte allettanti.
Il dr. Max Naef secondogenito di Carlo Alberto Naef รฉ entrato a far parte da anni della Banca Provinciale Lombarda dove sta facendo una rapida carriera e si รฉ affermato per le sue intrinseche capacitร ereditate dal padre.
Il figlio primogenito Carlo Federico Naef si occupa di attivitร industriali.
La figlia Alessandra sposata Landi, apprezzata insegnante di matematica e Scienze, ha concluso la carriera come vicepreside alla scuola media di Ameglia ed รจ ora in pensione.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Sandro Fascinelli
Con riferimento alla “Storia delle banche spezzine”, per la parte pubblicata nel numero di marzo 2020, a proposito della Banca Naef Ferrazzi & Longhi fondata nel 1926 da Federico Naef, ci ha scritto Isabella Naef, figlia di Carlo Federico Naef segnalandoci โdiverse inesattezzeโ. Piuttosto che limitarci alla semplice pubblicazione della lettera, poichรฉ Isabella รจ una giornalista, le abbiamo chiesto di volerci inviare lei stessa un articolo esaustivo sulla banca, che noi avevamo trattato solo in modo sommario.
Quello che segue รจ il suo articolo.ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย SF
(da Ameglia Informa di giugno 2020)
Tutta la storia della banca Naef Ferrazzi & Longhi
Facendo seguito allโartico-lo pubblicato dal direttore sul numero di marzo 2020 dal titolo โStoria delle banche spezzine” a proposito della Banca Naef Ferrazzi e Longhi fondata nel 1926, a La Spezia, da Federico Naef, integro la ricostruzione storica con alcune informazioni che riguardano lโevoluzione della Banca allโindomani della morte di Carlo Alberto Naef, mio nonno, e del ruolo del suo primogenito, Carlo Federico Naef, mio padre, prematuramente scomparso nel 1978.
Nel 1965, in qualitร di consigliere della Banca insieme a Roberto Ardigรฒ, Italo Ferrazzi e Danilo Rossi (Antioco Ravano era presidente del consiglio di amministrazione), mio padre, allora 27enne, partecipรฒ alla trasformazione dellโistituto di credito fondato da suo nonno in societร per azioni e si occupรฒ successivamente della cessione dello stesso alla societร milanese Italmobiliare spa. Si tratta di un passaggio importante che segna una trasformazione del mondo del credito, allora caratterizzato da realtร piccole e diffuse capillarmente sul territorio italiano, proprio come la Banca Naef Ferrazzi e Longhi che, per oltre un quarantennio, contribuรฌ allo sviluppo delle attivitร commerciali e fu di supporto allo sviluppo delle attivitร agricole e industriali locali. La banca, la cui sede di trovava al civico uno di via Gramsci, aveva agenzie in piazza Verdi e in via Monfalcone.
Volendo paragonare lโatti-vitร di quel microcosmo che era il credito locale di allora ai giorni nostri, possiamo dire che, almeno in parte, il testimone รจ stato raccolto dalle banche di credito cooperativo, cosi come dalle popolari. Tornando, invece, agli Anni โ60, la trasformazione e il boom economico di quel periodo favorirono la nascita delle concentrazioni bancarie.
La storia della Naef Ferrazzi e Longhi, poi ceduta alla Italmobiliare, ne รจ un esempio in quanto, nel 1967, con poco meno di una decina di altre banche diede vita allโIbi, Istituto bancario italiano.
Nel dettaglio, lโIBI nacque dalla fusione di un gruppo di istituti: Banca Naef Ferrazzi Longhi, Banco di Credito e Risparmio, Banca Torinese Balbis & Guglielmone, Istituto Bancario Romano, Credito Mobiliare Fiorentino, Banca di Credito Genovese, Banca Romana, con il Credito di Venezia e del Rio de la Plata.
โMi รจ particolarmente grato rinnovarle, nella presente circostanza, il mio piรน vivo apprezzamento per la fattiva collaborazione da lei prestata a vantaggio della incorporata Banca Naef Ferrazzi Longhi nellโespletamento del suo mandato di Amministratore, e ringraziarla personalmente per lโapporto di attivitร e di esperienza che lei ha dato allโIstituto del quale ha fatto parteโ: sono le parole dellโIngegner Carlo Pesenti, presidente dellโItalmobi- liare (scomparso nel 1984), in una lettera del 2 gennaio 1968, subito dopo la nascita dellโIBI, indirizzata a mio padre, Carlo Federico Naef.
La replica di mio padre non si fece attendere. โIn un momento un poโ mesto per me nel vedere che non esiste piรน unโazienda alla quale ero affezionato piรน di quanto pensassi e per la quale mio nonno e mio padre hanno dato il meglio di sรฉ stessi, il maggior conforto mi รจ dato nel vedere nella sua persona il valido difensore di una libera e fattiva iniziativa privata che resta pur sempre e malgrado tutto la base e la forza positiva della nostra economiaโ, scriveva il 15 gennaio 1968, lโallora trentenne Carlo Federico Naef.
Industriale impegnato nel settore delle demolizioni navali e degli arredamenti in stile, mori solo dieci anni dopo, ma la sua umanitร , la sua generositร e il suo attaccamento alla famiglia hanno mantenuto intatto il ricordo in tutte le persone che hanno avuto modo di entrare in contatto con lui.
Isabella Naef
La sede della banca in via Gramsci alla Spezia
Sala sportelli della sede centrale
Il โcaveauโ della sede centrale