(da Ameglia Informa di giugno 2023)

Anno 1407 – Statuta decretate ordinamenti hominum et universitatis Spediae quale qua utili et necessaria sin Spediensibus unicuique certe leggenti et ea opime consideranti operabit.

I drammatici eventi della Romagna pongono interrogativi che richiedono soluzioni urgenti e improrogabili. Tocchiamo con mano che il clima si è modificato, che il nostro spicchio di mondo sta perdendo la pax meteorologica di cui abbiamo goduto finora.

Troppo difficile prescrivere la ricetta, il compito spetta agli esperti. Possiamo solo dire che, purtroppo, la soluzione non dipende solo da noi in quanto non siamo i soli responsabili di quanto ci piove in testa.

Esistono, tuttavia, delle misure cautelative che dobbiamo mettere in atto. Le bombe d’acqua dipendono da una situazione planetaria di degrado ma la cura delle acque interne, patrimonio che rischiamo seriamente di dilapidare, è affar nostro. La pioggia è venuta giù indipendentemente dalle nostre responsabilità ma il sistema non ha retto perché la prevenzione s’è rivelata insufficiente e forse anche, ma spero proprio di no, inesistente.

La pulizia degli alvei dei fiumi lasciava a desiderare, le vasche di compensazione e gli scolmatori erano insufficienti, gli argini minati anche dagli scavi degli animali non hanno retto all’urto della massa d’acqua.

Viene da pensare alla saggezza degli antichi antenati nostri.

I 46 articoli degli Statuti di Spedia emanati nel 1407 regolavano nel dettaglio la quotidianità dell’esi-stenza nel piccolo borgo murato preoccupandosi di tutto. Una parte importante delle norme riguarda l’ambiente.

Si fa carico ad ogni abitante il compito di tenere pulito il carobbio cioè il carugio, la strada davanti a casa, e chi non adempia è immediatamente sottoposto a una sanzione pecuniaria da parte dell’ufficiale preposto al controllo.

Le sorgive non vanno assolutamente brutate. L’acqua è un bene pubblico troppo prezioso perché lo si sciupi o peggio lo si deteriori: niguna persona, ammonisce l’artico-lo XXXI degli Statuti, ardisca lavare drapi o altro vitupero zitare in le fontane de la Speza, cioè nella polla della Sprugola che con i canali che generava, costituiva la principale risorsi idrica per il piccolo borgo.

È previsto anche, e veniamo a quel che c’interessa, che ogni proprietario di terra solcata da un rivo debba omni anno de mense Augusto purgare dictum stagnum.

I mugnai (quanti mulini a acqua c’erano con tutti i fiumetti e canali che esistevano) avevano l’obbligo di tenere pulito il bedale, il canale che fungeva da forza motore ma a nessuno era consentito di mettere a macerare il lino o la canapa nell’acqua dei mulini.

Insomma, negli Statuti di oltre sei secoli fa, ma anche quelli delle altre città rivelano pari attenzione, trovi una sensibilità che va ben oltre il semplice rispetto per l’ambiente. Si avverte la netta consapevolezza che oltraggiare in qualsiasi misura, anche limitata, lo spazio che è casa comune, significa compromettere la propria esistenza, far degradare il livello della vita che si conduce.

Oh gran bontà dei cavallieri antiqui, chiosava Ludovico Ariosto per accusare i comportamenti dei contemporanei.

Difficile dargli torto.

Alberto Scaramuccia

Traduzione dell’autore delle disposizioni degli antichi statuti riguardanti l’articolo di cui sopra.

XXIV – Sulla pulizia dello stagno bedale e della Fossa Maestra e del canale della Sprugola a Piandarana [piazza Brin]

Chiunque possegga del terreno vicino allo stagno che va dal borgo di Spezia al padule [campo] di Gaggiola sia tenuto al dovere di pulire ogni anno nel mese di agosto lo stagno vicino alla sia proprietà. Lo stesso siano tenuti a fare i proprietari del terreno vicino alla Fossa Maestra [dopo il Lia] che va dallo Starolo [un fiumetto che scendeva al mare] fino al campo di Orzuli. Altrimenti siano multati di 5 soldi per qualsiasi pezzo di terra posseduto da chi non ottempera.

Similmente i mugnai sono tenuti a mantenere pulito il bedale [rivo che alimenta il mulino] da Piandarana fino al Mulino Grosso [ignoro dove fosse] per non pagare la multa di 20 soldi per qualsiasi mulino che esigeranno i massari [ufficiali] del Comune.

Similmente chi possegga della terra vicino al canale della Sprugola fino alla porta di Morinello [?] dovrà pulire il canale ogni anno nel mese di agosto. Altrimenti, stessa multa.

A nessuno è consentito gettare qualsiasi cosa che impedisca il bedale dei mulini, o danneggiarlo o devastarlo né potrà portare ad esso delle bestie né legarle lì vicino.

Ogni anno saranno scelti 2 o 4 soprastanti che vadano a controllare, al termine del mese di agosto che quanto prescritto sia stato eseguito portando con sé uno scriba e un araldo del Comune perché siano scritti i nomi dei contravventori e ne sia data notizia al Massaro perché provveda ad elevare la multa.

XXV – Rimettere a posto e riparare le vie

Ogni anno sia proclamato su incarico del magistrato e annunziato dall’araldo che chiunque abbia della terra vicino alla pubblica via, deve tenere pulito, rimettere a posto e riparare la strada vicino alla proprietà nel periodo stabilito dal magistrato e dal consiglio comunale. Se qualcuno non avrà ottemperato alla bisogna, i funzionari del Comune provvedano a spese di colui che abiti presso la via.

. . . . . . . . [testo corrotto]

E se qualcuno che possegga della terra presso la strada, non la custodirà in modo che ci si possa agevolmente camminare, non sia ascoltato dall’ufficiale se quei proprietari si dovessero lamentare che qualcuno è entrato nella loro proprietà.

Chi nella sua terra abbia delle fosse a confine della pubblica strada e le voglia pulire, è obbligato a gettare metà dello sterro sopra la strada a giudizio degli ufficiali e dei controllori

XXXI – Non bruttare le fontane

Nessuno lavi indumenti di qualsiasi tipo, o faccia lavare o buttare altra sporcizia nelle fontane [sono le sorgive] della Spezia, cioè nella Sprugola né nel suo canale per cui viene l’acqua della Sprugola alla porta di S. Andrea e del Morinello, né nella sorgiva di Vivera [zona piscina 2 Giugno] …

XXXV Non macerare il lino

A nessuno, qualunque sia la sua condizione sociale, sia permesso di mettere a macerare il lino o la canapa nel mulino di mezzo piano né nella valle di Pegazzano e Fabiano sotto pena di 2lire, né nello stagno.

XXXVI Pulire i carrobbi [carugi, strade]

Ciascuno pulisca il carrobbio davanti casa sua ogni sabato …. Similmente ciascuno sia obbligato a portare fuori di Spezia il letame e la rumenta né lo possa lasciare davanti casa sua. Ognuno tenga chiuso gli acquaroli di casa vicini alle strade o ai vicini

XXXVIIIRicostruire i muri rovinati e piantare gli alberi

Chi abbia macerie vicino la strada o presso la casa del vicino e se qualche suo albero cascherà al suolo sulla strada o nella terra del vicino, deve provvedere a togliere le macerie o l’albero caduto entro 1 mese …