Scrittori e ambientalisti uniti

(a complemento di “Intellettuali e scrittori alla foce del Magra”)

(da Ameglia Informa di maggio 2024)

Dopo aver raccontato la nascita dell’associazione degli “Amici di Bocca di Magra” e citato brani di poeti e scrittori membri dell’associazione, si completa il quadro dal punto di vista territoriale-ambientale ricordando un libro uscito nel 1981 intitolato “Tra fiumi mare e terraferma” a cura di Italia Nostra.

Esso si proponeva di mettere in guardia dai continui interventi di escavazione di sabbia e ghiaia del fiume Magra, che così non era in grado di rifornire con i suoi inerti le vicine spiagge, né’ di bilanciare l’avanzamento del mare. A tal proposito Italia Nostra si è avvalsa degli interventi di Giorgio Bassani, Vittorio Sereni, Mario Soldati e Ferruccio Egori, presidente del Comitato nazionale per la difesa del suolo delle spiagge.

Giorgio Bassani caldeggiava Italia Nostra affinché informasse l’opinione pubblica sull’importanza di “difendere le nostre spiagge e i nostri fiumi perché questi beni non vengano sfruttati e distrutti da pochi ma conservati nella loro integrità per le generazioni future […]; per questa ragione Tra fiumi mari e terraferma ha destato l’interesse della sezione del Mercato comune europeo che si occupa di ambiente.[…]Vendere a prezzo di sabbia gli inerti del Magra è non solo un reato contro l’ambiente, ma anche un’operazione antieconomica”.

Vittorio Sereni evidenziava le minacce a cui era esposta Ameglia e dintorni sotto forma di “prassi silenziose” in cui tutto “sembra abbandonato al caso e non lo è, con piccole trasformazioni impercettibili protette o promosse non si sa bene da chi”.

Ferruccio Egori invece era più deciso nell’individuare le responsabilità dello scempio causato dall’incremento delle costruzioni e della sottrazione degli inerti dagli alvei fluviali, snaturando il flusso detritico. Secondo lui lo Stato agiva poco e male, in un accavallarsi di di funzioni tra Ministero dei lavori pubblici, Genio civile e Marina mercantile, che produceva la costruzione di scogliere che quasi mai pervenivano allo scopo di proteggere i sedimenti.

Lo Stato, asseriva Egori, “deve vigilare a che non si autorizzi l’incasso di alcuni milioni per vendere del materiale estratto dal fiume per poi spendere miliardi per difendere la costa non più alimentata”. Nel 1974 c’era stata anche la Commissione De Marchi per la difesa del suolo, purtroppo inascoltata dallo Stato che l’aveva promossa.

Mario Soldati (foto sopra) puntava il dito contro il turismo di massa riversatosi sul territorio Ligure-Toscano, assecondato e agevolato da chi “vedeva poco oltre il proprio naso e per un profitto miserabile avrebbe cagionato una catastrofe, dragando, scavando e cementando”. Lo scrittore concludeva con una nota di ottimismo: non sarebbe andato tutto in sfacelo, a condizione che ciascuno sacrificasse qualcosa.Marta Morelli