(da Ameglia Informa di aprile 2022 e segg.)

Di Roberto Pazzi (foto sotto), grande scrittore e poeta nato ad Ameglia e residente a Ferrara, nel passato purtroppo non ne abbiamo mai parlato: solo recentemente ci siamo occupati di lui, sul numero di gennaio 2022 a cui rimandiamo, con la recensione del suo ultimo libro “Hotel Padreterno” e con la cronaca dell’incontro pubblico al Comune di Ameglia del 19 dicembre 2021.

Com’è nato questo riavvicinamento? La presentazione del suo ultimo libro a Carrara, ci ha permesso di contattarlo tramite Emanuela Biso.

Ai primi di dicembre ci siamo sentiti per annunciargli una nostra recensione di “Hotel Padreterno” e per farci suggerire qualche poesia su Ameglia da poter pubblicare sul nostro mensile. Lui mi disse di sceglierle dal libro “Un giorno senza sera” che io diligentemente ho acquistato leggendo tutte le poesie.

Il suo arrivo ad Ameglia mi ha inaspettatamente facilitato il compito, infatti lui ha postato come un “count-down” su FB consistente in un commento e una poesia al giorno, che scandiva il passare dei giorni sino al tanto atteso ritorno ad Ameglia per essere dichiarato solennemente cittadino d’eccezione. Non mi resta quindi che inchinarmi al Sommo Poeta: Ubi maior… e ogni mese leggere insieme a voi le poesie che lui ha scelto.      

Sandro Fascinelli

Da FB dell’8 dicembre 2021 –

Domenica 19 dicembre il mio paese natale, Ameglia, Comune della Liguria di Levante, in Lunigiana, ha deciso di festeggiarmi. Il nuovo sindaco Umberto Galazzo mi dichiarerà cittadino d’eccezione in attesa di conferirmi la cittadinanza onoraria.

Non c’è premio letterario che equivalga a tale riconoscimento, perché le favolose estati passate nella mia giovinezza ad Ameglia e a Bocca di Magra, nelle case di mia madre, sono state la partenza della mia scrittura in poesia e in prosa.

In omaggio alla mia terra di nascita, dove la bellezza della natura si coniuga alla poesia, cantata da tanti poeti, da Persio a Petrarca, da Roccatagliata Ceccardi a Montale, da Fortini a Sereni, pubblicherò ogni giorno una poesia che ne parla, inedita come questa di oggi “Ritorno a Bocca di Magra” o edita in “Un giorno senza sera” da La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi. Sono molto grato a Umberto Galazzo e a Marzia Ratti, assessore alla cultura.

Ritorno a Bocca di Magra

Alla fine di un fiume

e della vita in ritardo,

mi ha distratto il paesaggio

dei molti che amavo

e non vedo più,

ma non si spengono

mai nelle parole,

sempre le stesse,

pronunciate in vista del mare

che solo guardando la cima del molo

si capisce se sarà cattivo o calmo

svoltata la punta della Sanità,

a prendere il largo verso il Tino

dove mi fa paura un cupo turchino

per cosa in agguato sarà

pronto a mordermi o a rapirmi

da dove emergono le statue

di Roma, al largo di Luni,

forme del desiderio eterne

negli eroi e negli dei

che cedono ai santi

ma siamo sempre noi.

Roberto Pazzi

(da Ameglia Informa di maggio 2022)

Da FB del 9 dicembre 2021

Continuando l’omaggio al paese natale, ecco da Un giorno senza sera (La Nave di Teseo), Temporale ad Ameglia. Avevo vent’anni quando ho scritto questa poesia.

Come si accorse Vittorio Sereni leggendoli, sono versi impressionati ancora dalla lettura di Lorca e dei poeti spagnoli cosi sanguigni e cromatici, cosi intrisi di odori e colori.

Colgono l’istantaneo sconvolgimento del temporale, questa sospensione del Tempo, fra animali, gatti randagi, case, passanti, suoni di campane e il rapido ritorno del sole.

La bella donna, che si ripara sotto l’ombrello del marito, era Danila Marescotti, moglie del musicista Pierluigi Zangelmi, a lungo vissuti in una casa del Gombo, quartiere di Ameglia, sotto il castello sforzesco”.

Temporale ad Ameglia

Rise il bimbo dal muso idiota del soriano

e spalancò due occhi all’uomo dall’ombrello.

Le case si tennero alle rocce

e dalla piazza si sentì una bestia immonda

gridare pian piano

sull’onda della campana

fra odori che chiamano e scacciano

dalle case segrete e gelose.

I bei fianchi scottarono d’un tremito

improvviso

agli occhi persi in cerca di un sasso

con un nome

ma senza etichetta.

Un rivolo scendeva lento

lungo una scala di basalto,

gradino a gradino,

granello a granello.

E la donna e le case e il bimbo e l’ombrello

sparvero nel rivolo lento.

Allora la bestia immonda scoppiò

lacerata da una forza

più potente di lei

e il sole tornò piangendo un riso amaro

e verdi e gialle e azzurre e bianche

tornarono dal rivolo

le cose della terra

ancora per qualche momento,

un’ala nera nuotava

verso il sole.

Ameglia, 1966

Roberto Pazzi

(da Ameglia Informa di giugno 2022)

(foto Roberto Pazzi da Facebook)

da FB del 10 dicembre 2021

In questo diario dei giorni che mancano all’evento ad Ameglia, non potevano mancare i versi sui “Bagni all’isolotto”. Fino agli Anni Settanta, a Bocca di Magra esisteva un isolotto sabbioso in mezzo al fiume con un folto di canne. Era la sosta nelle traversate a nuoto, per guadagnare la sponda del Piano di Ameglia, poi denominato Fiumaretta, quando sul Magra c’erano poche barche a motore e l’acqua era cosi pulita che si poteva berla.

Sull’isolotto si sostava da ragazzi a giocare alla polenta. Oggi, che non c’è più, questa lirica ne salva la memoria, come sa fare la poesia che spesso eterna quello che si trasforma e muore, delle forme del paesaggio, quello esterno come quello interiore, in ancora più rapida decomposizione

Bagni all’isolotto

Le cicale di giorno,

l’odore del fiume secco,

la luna che sale da mettere

subito in un piatto, il gioco

della polenta con lo stecco

sulla rena e la penitenza

– dire fare baciare lettera

o testamento?

tutti volevano baciare,

mai nessuno scrivere

la lettera e sott’acqua

ci si lasciava toccare

con uno strano sentimento.

Da Un giorno senza sera (La Nave di Teseo)

Roberto Pazzi

(da Ameglia Informa di luglio 2022)

Buon bagno: foto Roberto Pazzi da Facebook

da FB dell’11 dicembre 2021

E da Un giorno senza sera, edito da La Nave di Teseo, ecco i versi DA POMPEI A LUNI, sul “paesaggio delle origini” alla ricerca di come eravamo, in un viaggio immaginario fra Pompei e Luni, le cui rovine sono a pochi chilometri da casa mia, a Bocca di Magra, qui visibile nel complesso dell’albergo Sans Facon dei miei bisnonni. Sotto quel pergolato del ristorante mia madre, una sera estiva del 1937, vide seduti a cena l’ex Re d’Inghilterra Edoardo VIII con Wally Simpson, per sposare la quale aveva rinunciato al trono.

Oggi la nostra casa sorge proprio dov’era il pergolato, che arrivava fino al Magra, non essendoci ancora la strada che lo costeggia, passando auto e corriere nella strada a monte, che sfiora la villa dell’Angelo.

Da POMPEI A LUNI

Non vedo più com’ero a diciott’anni,

mi cresce addosso la vegetazione

d’una città distrutta dal Vesuvio,

case su altre case,

strade su strade  dalle direzioni invisibili,

navi ancora giungono al porto

sopra vecchi moli di porti sepolti.

Affondo in esistenze sommerse,

vedo sempre più in alto la luce

dal fondo di un pozzo,

non c’è scavo che liberi

IL PAESAGGIO DELLE ORIGINI,

un sottile segno bianco

s’una vergine lavagna nera.

Cerco la prima volta e non la trovo,

se mi pare di vederla, subito

sorgono altre a contendersela

più giovani perché più antiche.

Saccheggi avvennero

già da parte dei sopravvissuti

e di interi anni mi rimane

il segno di pagine strappate

dalla mia mano nell’agenda.

Può alzarsi in soccorso

nel sonno il mare antico

sotto questa linea di costa:

un marinaio della mia famiglia, Flavio,

va a vela a caricare marmo

nel vento che ho dimenticato.

Da Un giorno senza sera (La Nave di Teseo)

Roberto Pazzi

(da Ameglia Informa di ottobre 2022)

Da FB del 12 dicembre 2021

(foto Roberto Pazzi da Facebook)

Paesi in Val di Magra

Certi paesaggi restano dentro per sempre, non mutano più mentre mutiamo noi… ogni volta che ritorno sul Magra per qualche secondo li vedo ancora con la stessa luce di allora. “Paesi in val di Magra” li fissa cosi, nel tremito infinito delle stelle di una notte, “sospesi / a mezz’aria coi nomi freschi del nuovo”.

I paesi nella valle eran sospesi

a mezz’aria coi nomi freschi del nuovo:

Ortonovo, Fosdinovo, Castelnuovo,

posati giù sulle creste dei monti,

composti intorno al loro campanile

e per quanto li guardassi e riguardassi,

sempre attenti, immobili.

Con le stelle si accendevano ogni sera,

luccicando tutta notte fino all’alba

(disteso giù udivo il treno nel vento

col suo uuuuu mi spaventava

a rubare l’amore in un campo)

e per quanto li guardassi e riguardassi

mai smettevano di tremare.

Da Un giorno senza sera, La nave di Teseo, 2020

Roberto Pazzi