L’antico stemma usato dai vescovi conte, negli anni in cui governarono Ameglia tra il 1020 e gli inizi del XIV secolo, che conteneva il simbolo della Luna, riproposto ora come stemma del Comune di Ameglia. (vedi articolo di seguito, pubblicato su Ameglia Informa di novembre 2019) 

(da Ameglia Informa di settembre 2022 e novembre 2019)

Nella mitologia classica Luna è una delle dodici divinità legate sin dalla più remota antichità ai cicli vitali dell’agricoltura. Risulta ovvia, nell’isocronismo delle fasi lunari col ciclo femminile, l’importanza del culto della dea Luna come simbolo della fecondità cosmica; come tale, ha avuto la sua venerazione che ritroviamo anche nella fondazione della città di Luni (Lunae in latino); uno spicchio di luna appare ancora, infatti, adagiato nello stemma di questo Comune, oltre che presente in quelli di vari vescovi della diocesi spezzina.

Ma è l’intero Golfo dei Poeti ad essere nato al-l’insegna del femminile, racchiuso com’è fra due punte, entrambe dedicate alla dea dell’amore: a occidente, Portovenere con la chiesetta di san Pietro sorta sulle vestigia di un tempio pagano intitolato ad Afrodite e, ad oriente, Lerici che rende omaggio a un’altra Venere, quella Ericina, venerata appunto a Erice, in Sicilia.

E questo “seno di Venere” veniva fatto coincidere già da epoca romana proprio con il vicino “porto della Luna”, il Lunai portus citato dal primo promoter del Golfo spezzino (per dirla con Alberto Scaramuccia), il poeta salentino Quinto Ennio, che ebbe a scrivere: «Lunai portum est operae cognoscite, cives » («È bene che conosciate il porto della Luna, o cittadini») Nota 1.

Il Lunai portus sarà dopo di lui descritto, con interessanti osservazioni, dal geografo greco Strabone: «Luna è città e porto del Tirreno, che i greci chiamano “porto e città di Selene”; e la città non è grande, ma il porto è grandissimo e bellissimo, siccome ne racchiude in sé molti altri, tutti profondi».  Nota 2

E persino il nome della città al centro del Golfo dei Poeti ora capoluogo dell’intera provincia ha un significato un po’ misterioso (lo “specchio d’acqua” o il meno probabile “porto delle spezie”?) vuole comunque l’articolo femminile per identificarla.

Petrarca, nel De Africa, pone qui la sede di un’altra divinità, Minerva – Atena, dea della sapienza e guerresca protettrice delle arti pacifiche, configurata nell’olivo, albero emblema della Liguria. Dalle origini mitologiche d’epoca classica l’altra metà del cielo passa come un fiume sotterraneo attraverso secoli di storia, dove è silenziosa portatrice dei valori della vita e di una cultura pacifica, legata alla “grande madre terra”, sino ad arrivare all’epoca nostra, quella del risveglio di una maggiore consapevolezza di sé, e all’esigenza di una meno sporadica presenza nella società.                                                                                                        

M. Luisa Eguez

Note:

[1] Ennio,  Annales, I, 16, citati da Aulo Persio Flacco, Saturae, VI, 9-11:

[2] Strabone, Della Geografia, libro V, capitolo IV

(da Ameglia Informa di novembre 2019)

Nuovo stemma per il Comune di Ameglia

L’ufficio del Sindaco ha iniziato con il responsabile dell’Ufficio Araldica della Presidenza del consiglio dei Ministri, l’iter per la modifica dello stemma del Comune (a colori sul sito).

Dice il sindaco: “siamo molto contenti che l’ufficio araldica abbia dato un riscontro positivo alla nostra richiesta. Stiamo lavorando ad un attento recupero e valorizzazione delle nostre fonti storiche. Lo stemma di Ameglia in uso oggi fu dato dal Re Vittorio Emanuele III nel 1927 su richiesta dell’allora consulta araldica, solo per dotare il Comune di un simbolo all’epoca perso dalla storia. Oggi siamo in grado di affermare che l’antico stemma usato dai vescovi, negli anni in cui governarono la contea da Ameglia tra il 1020 e gli inizi del XIV secolo, rimase utilizzato come stemma della comunità ben oltre tale epoca.”

Da un esame più attento dei documenti del compianto prof. Ennio Silvestri, già sindaco e storico locale, è stato rinvenuto all’interno della parrocchia un quadro contente lo stemma antico, un campo blu con la luna crescente e tre stelle a otto punte, tale stemma ricorre inoltre in un altare della chiesa dove fu rimosso in epoca napoleonica ma ancora si intuisce come, sopra lo stemma, vi fosse la corona civica e non le insegne episcopali.

“Ritornare al vecchio stemma sarebbe per noi un grande risultato” afferma il Sindaco, “che non solo ci farebbe recuperare la nostra storia, profondamente legata ai vescovi e a Luni, ma consentirebbe anche nelle tre stelle un richiamo forte alle tre comunità che costituivano la primigenia popolazione del Caprione e della Pieve di Ameglia, ossia il capoluogo, Montemarcello e Barbazzano (oggi impropriamente in Comune di Lerici).”

Inoltre nel 2020 ricorrerà il centenario della nascita di Ennio Silvestri, del quale vogliamo ricordare l’amore per il paese e per la sua storia e questa iniziativa vuole essere la prima di tante che animeranno la stagione culturale del prossimo anno.

Prossimamente il simbolo verrà discusso in commissione affari istituzionali e poi approvato l’iter in Consiglio comunale.

Sandro Fascinelli

RELAZIONE STORICA

Il Comune di Ameglia è situato sul promontorio collinare del Caprione che domina la parte terminale della Val di Magra e cinge dall’altro lato la parte orientale del Golfo della Spezia.

Ameglia è stata anticamente abitata dalla popolazione Ligure che aspramente combatté la penetrazione Romana, avvenuta con la vittoria del console Claudio Marcello nel 155 a.C., a circa vent’anni di distanza dalla fondazione della colonia romana di Luni. La città Romana fu fondata sul lato opposto, rispetto ad Ameglia, di quello che al tempo era un’ampia laguna dove sfociava il fiume Magra.

Tale laguna era denominata già in epoca ellenistica golfo della Luna, così la colonia fondata dai Romani mantenne la denominazione del luogo chiamandosi Luna (oggi modificato in Luni nella lingua corrente) e tutta la regione, oggi amministrativamente divisa tra Liguria e Toscana, corrispondente al bacino imbrifero del fiume Magra, fu denominata Lunigiana.

A seguito della romanizzazione Ameglia venne inserita in un pagus di cui divenne capoluogo e sede di Pievania all’indomani della cristianizzazione dell’area. I confini dell’antica Pie-ve si estendevano oltre gli attuali limiti comunali comprendendo quasi tutto il promontorio all’interno del quale i tre centri abitati principali nell’alto medioevo erano Ameglia (sede della Pieve), Montemarcello (che aveva preso il nome dal console romano che sconfisse i liguri della zona) e Barbazzano (oggi in rovina).

Ameglia rientrava tra i possedimenti della Diocesi di Luni, come sancito dal Diploma di Ottone I Imperatore nel 963 d.C. e già a quell’epoca era definita quale castello fortificato.

È nel 1020 che il vescovo di Luni si trasferisce dalla città, troppo esposta agli attacchi di Vichinghi e Saraceni, nel castello di Ameglia che diventerà sede vescovile per più di duecento anni, alternandosi poi con Sarzana fino al XIV secolo, quando i vescovi perderanno il potere temporale sulla diocesi e la sede vescovile rimarrà Sarzana.

Va fatto risalire a questo periodo, l’uso dello stemma con la luna e le stelle, simbolo utilizzato dai vescovi conti di Luni.

Il simbolo della città di Luni, una mezzaluna crescente sormontata da una stella a otto punte rappresentativa della città, viene utilizzato anche dai vescovi e poi adottato dalla stessa città di Sarzana con il motto “Ordo PopolusQue Lunensis” (O.P.Q.L.) ad indicare la continuità tra Luni e Sarzana nuova sede vescovile.

Ad Ameglia invece il simbolo che si rintraccia da pochissime fonti è diverso, la mezzaluna crescente è sormontata da tre stelle, due laterali alla stessa altezza e quella centrale più in alto. Non è irragionevole pensare che dal XIV secolo, finito il potere temporale dei vescovi, la comunità della Pieve di Ameglia abbia mantenuto uno stemma che richiamasse l’antico simbolo vescovile della città di Luni con le tre stelle delle tre comunità insistenti sul territorio e che iniziavano a riunirsi periodicamente in un parlamento di rappresentanti come documentato già dal 1328.

Oggi l’antico stemma amegliese si ritrova in un quadro, presumibilmente databile intorno al XVII secolo, dove la luna e le stelle sono color dell’oro su campo blu. E sul marmo di un altare del XVIII secolo donato dalla comunità alla parrocchia dove si intuiscono la luna e le stelle perché scalpellate in epoca napoleonica, sormontato da una corona civica anch’essa scalpellata.

Dal 1928, con Regio Decreto, il Comune di Ameglia si fregia di uno stemma che non rappresenta un portato storico della Comunità, purtroppo gli studi e le verifiche storiografiche sulle origini di uno stemma antico del Comune furono fatte in epoca più recente dal prof. Ennio Silvestri già Sindaco del Comune con la sua pubblicazione del 1963: “Ameglia nella storia della Lunigiana”.

Ufficio del Sindaco Andrea De Ranieri