Pietro Ratti e la prima crociera atlantica con Italo Balbo

(da Ameglia Informa di ottobre 2024)

L’I DONA, del cap. Donadelli e ten. Ratti, in volo sul Mediterraneo
Itinerario della 1^ trasvolata atlantica

La via principale di Fiu maretta che attraversa tutta la frazione è intitolata a Pietro Ratti di Montemarcello, che partecipò 95 anni fa alla trasvolata Atlantica assieme ad Italo Balbo. Pietro Ratti nasce il 21 maggio 1901. Si arruola nel com-partimento marittimo di Genova il 24 dicembre 1920, il primo ottobre 1921 è aspirante guardiamarina e il successivo 9 luglio viene chiamato al servizio attivo.

Via Pietro Ratti a Fiumaretta all’altezza della chiesa di Sant’Isidoro

È iscritto prima al Dipartimento Marittimo di Pola, poi al Comando Militare Marittimo di Venezia e infine trasferito al Comando Marittimo della Spezia. Il 27 agosto 1923 entra nel la Regia Aeronautica in quali tà di allievo pilota di idrovolanti. Il 5 novembre 1923 fa parte della scuola di pilotaggio idrovolanti di Varese e il primo luglio 1924 è nominato pilota di idrovolante su apparecchio M 18. Viene successivamente trasferito al Centro Idrovolanti di Napoli. Il 15 settembre è nominato pilota militare di idrovolanti, sempre su M 18, quindi passa al Centro Idrovolanti di Sesto Calende. Il 10 luglio 1926 è trasferito al 27° stormo, 182ª squadriglia, di stanza a Nisida. Dal primo dicembre 1926 passa in servizio permanente nel ruolo combattente dell’Arma del-  l’Aeronautica con il grado di sottotenente, convertito al grado superiore alla stessa data. Nel periodo 26 maggio – 2 giugno 1928 è trasferito al 26° storno idrovolanti, 142ª squadriglia di stanza alla Spezia ed il successivo primo dicembre al Comando Aeronautica “Alto Tirreno”, sempre della Spezia.

Il 15 giugno 1929 è trasferito alla Scuola Civile di Pilotaggio di Passignano sul Trasimeno, come ufficiale di sorveglianza. Il 5 luglio 1929 è nominato istruttore professionale. Il 29 gennaio 1930 è chiamato a far parte, per abilità professionale ed alto punteggio di pilotaggio acquisito, del 93° Gruppo Autonomo della Regia Aeronautica di nuova costituzione e, dal 13 febbraio, abilitato al pilotaggio dell’S 55, l’idrovo-lante delle crociere atlantiche. Partecipa quale pilota alla prima trasvolata atlantica Orbetello-Rio de Janeiro 17 dicembre 1930-15 gennaio 1931. (foto sotto)

Vi partecipano 14 idrovolanti SM 55, divisi in quattro squadriglie: la nera, con a capo Italo Balbo, la rossa, la bianca e la verde, in pratica i colori del fascismo, più quelli della nostra bandiera.

10.350 Km da percorrere, così ripartiti in sette tappe:

Orbetello – Cartagena 1.200

Cartagena – Kenitra 700

Kenitra – Villa Cisneros 1.600

Villa Cisneros – Bolama 1.500

Bolama – Porto Natal 3.000

Porto Natal – Bahia 1.000

Bahia – Rio de Janeiro 1.350

Verrà decorato di medaglia d’oro al V.A. e promosso successivamente capitano. In questa occasione si distingue particolarmente per il salvataggio del suo idrovolante ammarato forzatamente in pieno Atlantico per noie al l’impianto di raffreddamento del motore.

Il 15 aprile 1931 è ad Orbetello e dal primo maggio fa parte del NADAM, Scuola di Navigazione Aerea di Alto Ma re. Idrovolante ricognitore della Regia Aeronautica dal-l’ottobre 1931 è abilitato al pilotaggio dell’apparecchio S 62 e dal primo novembre dello stesso anno a quello del Dornier Wall Marina, gigantesco idrovolante costruito nei cantieri di Pisa su licenza tedesca. Il 25 maggio 1932 partecipa al convegno internazionale de gli aviatori transoceanici e riceve la decorazione della Croce di Commendatore dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro, onorificenza riservata a pochi comandanti di corpo d’armata. Muore a 31 anni ad Orbetello per un incidente di volo il 9 luglio del 1932. I funerali si tennero a Montemarcello con folta partecipazione di popolo. Durante il funerale l’aereo di Italo Balbo sorvolò ripetuta mente a bassa quota la zona della cerimonia per l’ultimo saluto al valoroso aviatore. La sua tomba è nel cimitero di Montemarcello, si trova nei loculi entrando a sinistra.

Sandro Fascinelli

(da Ameglia informa di settembre 2025 la nipote ne completa il ricordo)             

Pietro Ratti era nato alla Spezia il 29 giugno del 1901. Era uno dei fratelli più piccoli di mia nonna Antonietta che lo aveva amorevolmente accudito negli anni della sua infanzia. In famiglia era chiamato Piero e non Pietro e nel lessico familiare era per tutti l’‘aviatore’, anche per distinguerlo dagli altri nipoti che ne avevano ereditato il  nome a motivo della sua celebrità. Infatti, era diventato famoso, fino a essere stimato eroe nazionale, proprio per le trasvolate cui aveva partecipato, dopo essere passato dalla Regia Marina all’Aviazione nel 1923 avendo conseguito il brevetto di pilotaggio. La doppia formazione gli fu veramente utile durante le imprese aviatorie che vennero effettuate con gli idrovolanti SM 55 che decollavano e ammaravano sulle acque, talvolta anche in modo pericoloso, come successe ad esempio durante la trasvolata atlantica Italia-Brasile (17 dicembre 1930- 15 gennaio 1931). Il tenente pilota Pietro Ratti vi aveva partecipato a bordo dell’apparecchio I DONA (dal nome del capitano pilota Renato Donadelli) e proprio nel tratto oceanico più lungo e  impegnativo dalle coste africane a quelle brasiliane, con tappa prevista a Natal, l’aereo aveva dovuto compiere un ammaraggio di fortuna per un guasto al radiatore.

Si trovava a 416 miglia marine dall’isola di Fernando de Noronha, dove furono trainati dalla nave appoggio Pancaldo. Donadelli e Ratti riuscirono a riparare il guasto coi soli mezzi di bordo e ripresero immediatamente il volo riuscendo a ricongiungersi nel primo pomeriggio dell’8 gennaio 1931 al resto della formazione. Al termine della crociera, per i meriti di volo, il tenente Ratti fu insignito della medaglia d’oro al valore aeronautico e successivamente promosso al grado di capitano.

Alla fine degli anni Venti e nel decennio successivo le trasvolate del Mediterraneo e poi quelle atlantiche rappresentarono quanto di più ardimentoso si potesse immaginare sia a livello degli Stati nazionali che a livello popolare.

I pionieri dell’aria, come furono chiamati, avevano contribuito a congiungere i continenti attraverso i cieli, superando la lentezza delle navi e dimostrando che si potesse ridurre lo spazio per dilatare il tempo.

L’equipaggio I DONA: da sinistra serg. Gregori, cap. pil. Donadelli, ten. pil. Ratti, serg. mot. Perini 

Perse la vita a Orbetello il 9 luglio del 1932, durante le esercitazioni di volo in preparazione della Crociera sull’Atlantico settentrionale prevista per il 1933.

L’obiettivo di Balbo, concepito sin dal 1928, fu quello di raggiungere New York e Chicago e fu sostenuto dal-l’ammirazione che il ministro aveva sviluppato verso gli Stati Uniti. L’intensa fase preparatoria iniziò il 15 aprile del 1931 e furono previste 500 ore di volo per ciascun equipaggio suddivise in circa 2 anni.

Poco prima del capitano Ratti, ad aprile perse la vita anche il maggiore Guasconi che era stato nominato comandante in seconda della Scuola di Navigazione Aerea Alto Mare. L’organizzazione della Crociera del 1933 contemplò anche un’importante fase teorica conclusasi col convegno Internazionale dei Trasvolatori Transoceanici svoltosi a Roma dal 22 al 31 maggio del 1932.

Vi parteciparono piloti statunitensi, ungheresi, australiani, brasiliani, portoghesi, uruguaiani, irlandesi, francesi, inglesi, tedeschi e italiani. Fra questi, forte del-l’esperienza della trasvolata Italia-Brasile, partecipò con onore il capitano Ratti, ignaro dell’avversa sorte che lo avrebbe fermato per sempre di lì a poco a soli 31 anni.

Marzia Ratti